di Cristian Arni
Prosegue Settembre in Musica al Teatro dell’Opera di Roma, con il concerto dedicato ai Lieder di Brahms.

Brahms è certamente uno dei compositori del suo tempo, noto per la sua “severità”, ove per severità intendiamo propriamente una sua, magnificenza dovuta ad un rigore tecnico ed esecutivo fatto di uno stile contrappuntistico, di una polifonia che è romanticismo puro, dove la grandezza melodica impreziosita da un’alternanza delle partiture ritmiche che risiedono in un profondo classicismo delle forme musicali, con tutto il bagaglio che questo contiene.
In questo senso la sua figura granitica si impone, e si staglia nel panorama musicale cosiddetto, dotto; la sua produzione non tralascia nessun gemere di composizione musicale, in cui i ben trecento Lieder,le sonate per pianoforte e i canti, con le danze ungheresi non costituiscono certo un tono minore nella sua enorme produzione. Per quanto più discontinua e “frastagliata”, il genere dei Lieder ha, nel repertorio di Brahms, lasciato un segno importante.
Così al Teatro dell’Opera di Roma, Domenica 13 Settembre, per Settembre in Musica, dopo gli appuntamenti dedicati ad Antonio Vivaldi e Giuseppe Verdi, è stata la volta del compositore tedesco, prima che questa rassegna musicale, che ha conosciuto un buon successo di pubblico, condotto da un programma musicale elevato ad un costo veramente minimo, si concluda con l’appuntamento del 1° Ottobre, con il concerto dedicato a Rossini.
Ingressi rigorosamente contingentati, misure di sicurezza del caso, imposte dall’emergenza sanitaria, non hanno impedito, nè fatto risentire dei limiti dovuti al Covid-19; la gente ha partecipato con piacere a questi appuntamenti, come a quelli inaugurati al Convention Center La Nuvola, dove addirittura l’accesso ai concerti è totalmente gratuito, con la grande musica.
Così il Coro del Teatro dell’Opera composto da oltre sessanta elementi, disposto tra palcoscenico e l’emiciclo tra i vari ordini di palchi, a creare una avvolgente suggestione acustica, si accompagna al pianoforte a quattro mani, quelle di Marco Forgione ed Enrica Ruggiero, la conduzione è affidata al M°Roberto Gabbiani, che introduce il pubblico, presentando il programma della serata.


Un programma denso e fitto di Lieder uniti da una matrice, come spiega in apertura di serata il M°Gabbiani, quella viennese dei Valzer. Con il suo tono pacato e cordiale Roberto Gabbiani annuncia al pubblico che i testi dei Lieder sono pregni del naturalismo proveniente dalla tradizione russa, ungherese e mitteleuropea; un percorso musicale, quello della serata, che celebra l’amore e la natura, con un particolare omaggio a quel Danubio che attraversa l’area da cui i testi provengono.
Il viaggio musicale si conclude con un omaggio alla grande tradizione musicale del Valzer. Dai canti popolari così si passa al periodo viennese, un Brahms come si diceva in apertura, meno austero e forse anche meno conosciuto ai più.
La serata procede, tra luci soffuse, con il coro disposto per motivi non secondari, di sicurezza, tra palcoscenico e palchetti, soluzione che non manca di un’efficacia sonora molto suggestiva che piace molto al pubblico presente il quale applaude ripetutamente in maniera trascinante l’esecuzione del repertorio musicale con il M°Gabbiani in un insolito podio, al centro della platea, all’altezza degli spettatori e a stretto contatto con il pubblico, benchè distanziati dovutamente.
Così, tra gli acclami dei presenti, il M°Gabbani ripropone due momenti, particolarmente apprezzati dal pubblico, tratti dall’Opera 11 e 12 e per chiudere la serata dall’Opera 52 i brani n.6 n.7.
Serata che segna un altro segno positivo in questo mese di grandi sorprese che continuano a giungere dal Teatro Costanzi di Roma.
