a cura di Cristian Arni
Ci sono incontri che avvengono in uno “spazio” altro, incontri che sono dei veri e propri distillati, nel senso più ampio del termine; se pensiamo che i luoghi di questi incontri poi sono il palcoscenico, allora non resta che sedersi in platea o nei palchi e vedere scaturire qualcosa di inusitato, nuovo e originale, pur partendo da qualcosa di già vivo, esistente. La vena creativa di Ennio Flaiano, non ha certo bisogno di presentazioni, e quel suo Marziano a Roma oggi si legge, dove per legge intendiamo si vede e ascolta, in uno dei luoghi deputati più alti del nostro paese e della città di Roma: il Teatro dell’Opera, che ospiterà da oggi 22 Novembre a Sabato 24, un’anteprima assoluta di: “Un romano a Marte”, appositanente scritta da un giovane talento italiano: Vittorio Montalti. Si tratta di un nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma con sovratitoli in italiano e inglese.
DIRETTORE John Axelrod
REGIA Fabio Cherstich
scene, costumi e video Gianluigi Toccafondo
luci Camilla Piccioni
PRINCIPALI INTERPRETI
ILARIA OCCHINI Rafaela Albuquerque*
ENNIO FLAIANO Domingo Pellicola*
KUNT IL MARZIANO Timofei Baranov*
IL CRITICO Gabriele Portoghese
CATERINA MARTINELLI Valeria Almerighi
dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
Tentativo di esaurire un luogo comune
Milano, 23 novembre 1960, sul palcoscenico del Teatro Lirico la “Compagnia del Teatro Popolare italiano” di Vittorio Gassman sta con fatica portando a termine una commedia tratta da un racconto di successo di Ennio Flaiano: Un marziano a Roma. Poco prima della fine il pubblico, già rumoroso, prende spunto da una battuta per scatenare una contestazione clamorosa.
Un romano a Marte inizia proprio da lì, da quella disfatta teatrale che segnerà uno scarto tra le culture milanese e romana, tra l’attitudine produttiva e concreta dell’una e il temperamento svogliato, cinico e indolente dell’altra.
Ma ecco che, a sipario abbassato, appare in carne e ossa il marziano Kunt, sulla cui esistenza Ennio Flaiano aveva serbato il segreto e che la giovane Ilaria Occhini saluta stupefatta. Da qui un viaggio verso un’Italia e una Roma che stanno cambiando paesaggio, lingua e pensieri; da qui il ritratto di uno scrittore europeo originale e libero, gravato da una privata malinconia, che il conformismo letterario cercherà di ridurre a un faceto inventore di arguzie.
E così, la figura del Critico, che sta ad accompagnare i tre personaggi, funge da narratore di un tempo che va e che torna, lasciandosi indietro misteri di ogni sorta e attorno a sé l’ombra di un popolo che funge, parimenti, da carnefice, da vittima e da spettatore. A dar luce all’enigma flaianeo, le immagini di due donne che illustrano la sublime bellezza e il dolore puro di una città infinita: Claudia Cardinale che suggella l’8 e 1/2 felliniano e Caterina Martinelli, madre che il 2 maggio 1944 cade uccisa durante un assalto ai forni del quartiere tiburtino.
Giuliano Compagno