Tutelare la salute è il diktat

DIARIO DELLA RISORGENZA CONTRO LA BUROPOLITICA

 

 

 

 

 

di Antonio Saccà

La situazione è diventata intollerabile, inutile dire “apri”, queste aperture saranno sottomesse a tali angherie e regole asfissianti che diverranno un’apertura per la chiusura, per la sopraffazione, per il terrore, per il fallimento. Quattro metri la distanza tra i tavoli, due metri tra i consumatori, nei bar e nei ristoranti. Possono giocare al ping-pong, gli avventori. Questa negazione della vicinanza è paranoia giacobina. Due, tre persone vicine diventano una congiura. Persino in spiaggia ci trasformiamo in congiurati. Non esagero, viviamo quel che dico. Vi tuttavia una percezione degli eventi disuguale tra ceto medio imprenditoriale e ceto medio impiegatizio. Quest’ultimo, pensionato o meno che sia, ancora non subisce i danni del ceto imprenditoriale, e si illude o spera che vi sarà la “ripresa”. Il ceto medio imprenditoriale sa invece che alle condizioni delle regole decretate non vi sarà ripresa anzi vi sarà chiusura! E le regole sono concepite ed affermate per condizionare in maniera coattiva, per suscitare paura, dubbio di sbagliare, sottomissione. Certo non per tutelare la salute, come si fa pretesto per emanarle: dobbiamo innanzi tutto tutelare la salute! Tutelare la salute! Ma se non sono idonei neanche a vendere mascherine, se non rivelano che sono dannose per chi non è infetto, se i guanti sono un pericolo perché trattengono il virus, se mancano i reagenti per i tamponi, se non potenziano l’eventuale uso del plasma, se hanno reso la quarantena mischiata sani-malati un ritrovato perfetto per contaminare! E mi placo, giacché il resto è noto. Il solo immenso dato salvifico è il distanziamento sociale, ed ora le mascherine, sebbene problematiche. Sarebbe nel distanziamento il grande marchingegno di strabiliante invenzione che mostra l’immane cura dei governanti per la nostra salute, e noi dovremmo obbedirne alle distanze perché in esse sta la salvezza! Questo il sillogismo governativo: la distanza genera salute; il cittadino rispetti la distanza; il cittadino è salvo! Quindi tutta la società sia sottoposta alla distanza ossia alla determinazione antisociale, anti associativa, avremmo una società antisociale. Ed antieconomica. Quando si formulano regole come quelle dette non si protegge la salute. Si proteggesse la salute avremmo le mascherine realmente utili e adoperate da chi ne bisogna, e trovabili, reagenti per i tamponi, non faremmo usare i guanti, favoriremmo lo stare all’aperto, incrementeremmo le indagini sul plasma, si darebbero sussidi non complicati o verbali alle imprese, invece di soffocarle di leggine inosservabili, vere campane a morto con la bara quattro metri per due. Quattro metri per due: ma chi ha concepito questa metratura tombale! Tra un tavolo e l’altro, uno stanzino!  Ed è un caso fortunato che il caffè non venga servito con la pertica o con un drone. Si distrugge l’impresa, regole costose, impossibili, con il pretesto della salute si distrugge l’impresa. La salute va tutelata ma tutelando la salute. Dov’è la tutela della salute se non riescono a fornire mascherine e devono darci a capire perché occorrono quattro metri a distanziare i tavoli! Su quale criterio hanno stabilito quattro metri? Lo so. Rovinare le imprese. Il vero scopo di questo Governo, ostinato, caparbio, cinico. Sia per favorire la svendita a chi sa chi ma sospettiamo chi; sia per sottoporre al controllo dello Stato e rendere partecipe lo Stato di ogni minima attività economica (ingresso nella impresa). Abbiamo un terrorismo di salute pubblica dove il termine “salute” è un termine apparentemente medico ma diventato ormai politico. Sono stati e sono abilissimi nel trasferire e usare la salute in campo medico come potere in campo politico, e la gente non imprenditoriale è cascata nell’inganno, crede ancora che queste regole servono per la tutela della salute. No. Servono per il dominio sulla società civile e specialmente imprenditoriale. Per la salute servirebbe altro, che non si compie! Quattro metri per i tavoli e due metri per i consumatori non sono misure per difendere la salute, sono misure per uccidere un ristorante. I guanti non tutelano, all’opposto. Le mascherine vanno ben spartite e fatte trovare. Dov’è la tutela della salute? Ormai il Virus è politico, la gente non capisce ancora che ormai la situazione di emergenza si è spostata dalla salute alla politica ed all’economia, il nuovo virus è politico ed economico, non che il vecchio virus non sussiste, anzi viene brandito come “richiusura” ma viene usato per impaurire e sottomettere a regole compressive la gente, toglie vigore, spinta, certezza all’operosità, all’imprenditorialità. La rivolta imprenditoriale prossima, ne sono certo, ha bisogno di un supporto popolare, proletario, perché la chiusura delle piccole imprese lo travolgerà, e soprattutto supporto della gente che si sente garantita (stipendiati, pensionati) ma se precipiterà l’imprenditoria sarà anche essa travolta. Occorre un movimento totale che difenda la salute realmente, che difenda le imprese realmente non che promani regole strangolative. Pensionati e percettori di stipendi statali, risparmiatori non si illudano. Né si illudano i percettori dei vari “redditi” passivi. Occorre un blocco sociale della nazione per salvarci. Anche gli altri paesi stanno male, ma nessuno uccide le imprese e promette denaro che non dà. Noi abbiamo un Governo che vive sulla schiena del Virus. Se dura il Virus dura il Governo, anzi: la difesa della salute! Bravi. Una copertura abile. Ma durerà finché la massa non capirà e si farà valere…Vi sarà il momento dell’assembramento sociale di popolo! Finché siamo in tempo, evitiamolo. O qualcuno lo vuole? Ricorrendo all’autoritarismo per salvare…la salute? Un brutto gioco.

Author: Cris

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