di Cristian Arni
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella esprime il suo dolore e la sua proverbiale umiltà nel giorno che sigla una data importante per Genova e per l’Italia.
Ponte San Giorgio di Genova
Genova ha il suo ponte; l’Italia, ha il suo ponte.
L’inaugurazione, il red carpet, conferenza stampa, foto e rituali delle grandi occasioni, politici, ministri, il Premier e il Presidente della Repubblica Italiana, hanno sfilato, i giornalisti, i fotografi, le televisioni, e un arcobaleno immortalato in uno scatto, una panoramica a 180° tra palazzi, ponte e colline sotto un cielo plumbeo, contrastato da un pallido sole post temporale, condizioni ideali per la rifrazione delle particelle di umidità e acqua che, sospese nell’aria madida hanno regalato uno spettacolo naturale.
Poi, se vogliamo andare nel metafisico, nell’ultra terreno, ma diciamo più quantisticamente, nella dimensione del “sottile” allora potremmo fare tutti i collegamenti che vogliamo, potremmo trovare tutte le connessioni che più ci fanno comodo.
Da quanto appreso al di là della “rappresentazione” e della rappresentanza, l’inaugurazione del nuovo ponte San Giorgio di Genova, è stata svolta con tutti gli ingredienti del caso: le note del Silenzio, suonate per commemorare le 43 vittime che due anni fa persero la vita nel crollo; l’inno di Mameli, le Frecce Tricolore che squarciano le nubi consistenti e basse segnandolo di verde, bianco e rosso, il taglio del nastro, i nomi delle vittime letti uno per uno, segno tangibile di un accorato segno di dolore, rispetto per i parenti presenti, che il Capo dello Stato ha voluto incontrare prima delle cerimonie, rigorosamente in Prefettura, come chiesto dal Comitato dei parenti delle vittime.
Le Frecce Tricolore, l’inno di Mameli e le note del Silenzio
Noi apprezziamo che il Presidente, Sergio Mattarella abbia spese parole di grande mestizia e cordoglio esprimendo piena solidarietà ai parenti delle persone che due anni fa restarono vittime di questo gravissimo incidente che portò l’Italia alla ribalta delle cronache in quasi tutto il pianeta.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra in Prefettura i parenti delle Vittime
Oggi il riscatto, certo, segna la ferma volontà che quando si vogliono fare le cose, si fanno, in tempi ragionevoli, con tutti i criteri, senza lunghe e snervanti attese, pratiche burocratiche e lungaggini, sebbene le carte in regola bisogna pur averle per un’opera si imponente, delicata ed importante.
L’Italia in due anni ha dimostrato a quella platea mondiale, la stessa che 48 mesi fa assistette a quello “spettacolo” orribile ed inaudito per un paese civile e moderno, che è in grado di rialzarsi, di costruire, di avere le capacità e chissà, le risorse, per fare bene.
Ora i detrattori del Governo in carica, sappiamo bene cosa vanno criticando nei social sotto i post relativi la notizia del nuovo ponte San Giorgio, ma pur volendo dare torto o ragione a qualcuno, a noi, specie in questa sede interessa combattere il disfattismo e prendere anche qualche soddisfazione in nome e rispetto in primis delle vittime, poi dei famigliari e dei cittadini di Genova, città spesso al centro di cronache che hanno a che vedere con disagi e disastri, data soprattutto la morfologia del territorio, ma anche per altri fatti occorsi nel capoluogo ligure, martoriato dai fatti del 2001, e poi un chiaro segnale all’Italia tutta che se vogliamo, i ponti li possiamo costruire senza fare troppe chiacchiere, si legga il ponte sullo stretto di Messina e altre grandi opere ed infrastrutture e manutenzione ordinaria e straordinaria che vanno eseguite quotidianamente per l’incolumità di tutti, Primo Ministro e Presidente della Repubblica compresi.
Ancora: il Capo del Governo, Giuseppe Conte ha incontrati i famigliari esprimendo pieno sostegno alle famiglie, per il dolore di perdite così importanti; la sensibilità espressa dalle massime cariche dello Stato ha donato alla cerimonia inaugurale la giusta dimensione di una vittoria o, se preferiamo, il segno che il proprio dovere si può fare, senza eccessiva auto referenzialità, in virtù ed onore di quel lutto che non si cancella, rimane e viene elaborato.
Così Renzo Piano, presente alla cerimonia ha spese parole misurate e di cordoglio senza esaltare un inno alla gioia in un momento di delicata commozione: “”E’ un ponte frutto di un lutto. Il lutto non si dimentica, il lutto si elabora. Qui ci siamo smarriti e qui ci ritroviamo per ringraziare chi ha costruito il ponte con rapidità. Mi auguro che il ponte sia amato. essere amati nella tragedia non è facile, ma credo che sarà amato perché è semplice e forte come Genova“.
Come sempre qui su CHPress, non propendiamo per nessuna parte politica, a dispetto di chi pensa il contrario, quello che ci pare il caso di dire lo diciamo a chiare lettere: il ponte serviva ed è stato fatto, il resto delle polemiche lasciamolo in separata sede, oggi godiamoci ancora questa buona notizia che fa bene a tutti noi, specie in tempi così particolari come quelli che stiamo vivendo.
Se mai un domani dovessero venire fuori chissà quali nefandezze, dal cilindro magico, allora torneremo a parlarne diversamente, fino ad allora prendiamo per buono quest’opera che più di qualcuno sigla come opera di propaganda per il Governo in carica.
All’epoca dell’incidente, diverso fu lo schieramento in carica, sebbene gli attori restano gli stessi di oggi, quindi, come per altre vicende che sono alla ribalta delle cronache, sotto a chi tocca, l’importante è poter viaggiare in sicurezza, sicuri che ogni qual volta ci trovassimo a passare sopra il ponte, il nostro pensiero andrà alle vittime!