di Cristian Arni
Sergio Zavoli, Maestro e padre del Giornalismo Italiano
Certe figure appartengono all’esistenza, come non dovessero mai sparire, le sai certe, presenti anche se lontane, non affini, anche se in “buen retiro”, certe figure e personaggi sono quasi miti pur essendo umani, e come tutti gli umani succede che poi ci devono lasciare.
Sergio Zavoli è stato padre di un Giornalismo che ormai sembra non esistere più; la crisi dell’editoria, gli Editori ingordi di capitalizzare, forse più per le proprie tasche, che per mandar avanti la “baracca”; l’avvento del web, il digitale, il mondo dei social media, il cambiamento socio culturale, sono tra i fattori di un giornalismo che è cambiato.
Con lui se ne è andato un modo e un mondo della carta stampata, che non tornerà mai più.
Non è un necrologio, non vogliamo e non siamo un giornale che si occupa di necrologi eppure, nel caso di Zavoli ci sentiamo esclusivamente di annoverarlo tra quei giornalisti, intellettuali, fini, sottili, deontologicamente contrari al sensazionalismo quanto più favorevoli a fare in- formazione, a raccontare le cose.
Inchieste, cronache sportive, la direzione RAI e poi i premi letterari, i saggi e la produzione televisiva, di cui è stato pioniere attento, ancora la Radio, mezzi che gli permettono di andare in profondità all’animo umano da attento e sensibile osservatore.
Mai banale o scontato, intelligente e colto, Sergio Zavoli sapeva cogliere l’aspetto autentico delle vicende di cui si occupava; figura autorevole ma non autoritaria, opinionista senza però fare baccano da “opinion leader” che urla nelle arene TV, Zavoli è stata una delle più autorevoli firme della storia del novecento.
Tra i suoi saggi ricordiamo: Viaggio intorno all’uomo (1969), Nascita di una dittatura (1973), La notte della Repubblica (1992), legati a sue trasmissioni televisive di successo. Ha pubblicato anche Dieci anni della nostra vita: 1935-1945 (1960); Altri vent’anni della nostra vita: 1945-65 (1965); Figli del labirinto (1974); Socialista di Dio (1981); Romanza (1987); Di questo passo (1993); Un cauto guardare (1995); Dossier cancro (1999); Il dolore inutile (2002); Diario di un cronista (2002); La questione: eclissi di Dio e della storia (2007).
Direttore per un breve periodo de Il Mattino di Napoli, Sergio Zavoli si è distinto per la serietà del suo lavoro anche quando è stato Presidente di Commissione Parlamentare per la Vigilanza sulla RAI.
Da opinionista ha firmato per: Oggi ed Epoca, e ancora, non da ultimo, resta nella memoria di tutti il suo programma TV di punta “La notte della Repubblica“.
Ecco, ci sembra opportuno chiosare in questo modo, rimandando ad un discorso giornalistico che si mantenga sempre verde, al di là del sensazionalismo a suon di click o fake news e ancora a colpi di balconcini e labbra rifatte; lontani da questa mercificazione del giornalismo come si trattasse di un prodotto commerciale in mano a degli influencer. Questo sta diventando il giornalismo: una piazza sporca di carte stracce e pagine online piene di banner click, inserti pubblicitari, mentre in TV trionfa il “cafonal” delle “boombasticcone“: se questo è giornalismo allora meglio fare a meno dell’informazione.
A noi pare più sano e pertinente un discorso sobrio, intellettualmente stimolante e deontologicamente attento ai principi di una tradizione con la quale desidereremmo proseguisse il lavoro dei padri e dei maestri del vero Giornalismo.
Sergio Zavoli ha firmato pagine di storia italiana, non aveva bisogno di ricorrere a certi mezze e mezzucci per farsi ascoltare e ancora oggi il suo modo di trattare argomenti e parlare della nostra società, resta il modo che a noi stimola l’idea di una narrazione che si proietti dal passato al presente e prosegua tale nel futuro.