Riaprono i Teatri e al Petrolini a Roma si va in scena con “La bellezza salverà il mondo”

DIARIO DELLA RISORGENZA INVISIBILE E DELLA BUROPOLITICA

 

 

 

 

 

di ANTONIO SACCA’

 

Ieri sera, 17 giugno, sono andato ad un teatro al quale sono legato, è il teatro Petrolini, al Testaccio, in via Rubattino, 5, Roma, un cancelletto con la scritta, degli scalini in discesa ornati di piante e si entra in un saloncino con divani, la cassa e i due saloni per le recite, piccoli, raccolti, in velluto rosso. Vi ho rappresentato quattro testi unici, Figlio e Padre; La Mente e l’Ombra: Il mio Regno non è…Salone d’Attesa. Ora rappresenterò testi a luglio. Ero in compagnia di Cris Hars, il quale reciterà nei testi che rappresenterò.

Dopo mesi che non esisteva il teatro è una vitalistica sensazione tornare al pubblico. La sala, la scena, le luci, gli attori, i commenti, i saluti, gli attori che escono e attendono il giudizio. Vennero recitati testi della letteratura russa, un programma di tre giorni curato da Margarita Smirnova e da Paolo Gatti, musicista e gestore del Teatro. Brani piccoli da opere celebri degli scrittori russi, dicevo. Segnalo Sabrina Tutone come attrice, ha recitato in tutte le mie rappresentazioni. Ma è stata una esibizione molteplice, soprattutto di donne… Il ciclo ha quale denominazione “La bellezza salverà il mondo”. Così è, senza l’arte il mondo perde il sole. Come si fa a vivere senza cultura, il teatro in particolare, l’essenza della civiltà, l’uomo sulla scena per esprimere…l’uomo!

Ma che desolazione gli spettatori distanziati, i posti vuoti, sembra un teatro che non abbia avuto successo, non abbia il pienone. La situazione mi richiamava quanto sta accadendo nell’intera società italiana e non soltanto italiana, e mi si riponeva la domanda: le misure regolative per combattere l’epidemia rischiano di offuscare, impicciare l’economia e la vita? Si dice: bisogna salvarci dal contagio e dal ritorno dell’epidemia, il che giustificherebbe le misure cautelative. Errore alluvionale, oltre che falsità dimostrabile. Si sta mandando a rovina il sistema economico e la gioia di vivere senza avere minima certezza che queste misure difendano dall’epidemia. Dall’epidemia ci salviamo con la medicina! Ripeto: dal Virus ci salviamo con la medicina! Stiamo affidando a queste “regole” un compito improprio, la difesa dall’epidemia, mentre invece queste “regole” (distanziamento, mascherine, guanti) di sicuro contribuiscono a rovinare l’economia e dubito molto salvino dall’epidemia. Valga l’evidenza. Poiché è un illusionismo dichiarare che rispettiamo le regole, fosse vero che non rispettandole avremmo l’epidemia, dov’è questa epidemia assoluta? Ci assembriamo, ci togliamo la mascherina, abbiamo rapporti intimi, dov’è questo contagio universale? A quest’ora tra fidanzati, coniugi o altre relazioni dovremmo avere tre pandemie. Tra figli e genitori otto pandemie. Gli indiani dovrebbero morire tutti. Voglio dire che un teatro, un ristorante che impegna mezza parte dei suoi spazi…licenzia metà del personale e dimezza il suo guadagno non salva dal contagio! Provoca soltanto un doppio male: disoccupazione e difficoltà di sopravvivenza imprenditoriale. Nessuno mi convincerà che le mascherine ed i guanti servano, e la distanza è un falso: non la rispetta nessuno, e fosse tanto decisiva saremmo malati tutti. Chiaro o no? Comunque, bisogna curarsi dal male non rifiutare la vita ed il lavoro per timore del male. Certo, non essere incoscienti. In ogni caso, continuando come adesso tra mesi la disoccupazione sarà enorme, la sopravvivenza imprenditoriale soffocata. Se non approfittiamo di questi per il turismo, soprattutto, crolliamo. Bisogna scatenare i cantieri, le attività, lo ripeterò finché avrò fiato, non cassa integrazione, è un debito continuo, bisogna produrre, lavorare, non basta fare debiti ma impiegare produttivamente il debito fatto e non limitarsi a dare elemosine improduttive, investimenti non carità di Stato.

Ma da dove sorge questa filosofia della carità? Non è che siamo tutti orbi, sciancati, vecchi. A costoro, ogni bene ma a chi è sano retribuzione in cambio di lavoro. Retribuzione in cambio di lavoro. È un errore fulmineo dare a vuoto a chi può lavorare. Oggi apprendiamo che in agricoltura ci sarebbero duecentomila posti di lavoro. Bene, si diano a chi percepisce qualcosa o a chi niente percepisce pagandolo se lavora. C’è l’Italia da rifare e milioni di persone o non lavorano pagati o non lavorano non pagati. Ma chi regge lo Stato? Paura della pandemia? Dicevo, la pandemia si cura con la medicina non facendo fallire ristoranti, bar, alberghi eccetera, eccetera. Plasma iperimmune, antinfiammatori, anticoagulanti e dio sa che altro, i medici lo sanno benissimo (Remuzzi, Zangrillo, Bassetti). Non che ci gettiamo allo sbaraglio ma neanche ci paralizziamo. Per carità, non si può dire: Viva il lavoro!

Bisogna dire: Verrà la seconda ondata, vedete che avviene in Cina! Il focolaio! Il focolaio! Sicuro, in Cina mangiano animali selvaggi, ancora noi non siamo a questo punto. Certo che torma il Virus se continuano a mangiare pipistrelli! E in Brasile, e negli Stati Uniti dove i morti sono a migliaia? Ma chi dice di essere irresponsabili o che non dobbiamo tutelarci! Dico che bisogna usare la medicina per sanarci e non imporre regole intimidenti, paralizzanti, complicate, e, ripeto, dubbie, e soprattutto cambiare mentalità, il fare più che il temere. L’imprenditorialità. Del resto, i fatti parlano. La situazione dell’Italia sta diventando una prigionia senza uscita. Finiremo con l’accettare il MES mentre il denaro d’altra fonte è ritardato credo appunto per farci subire il MES. Il denaro ulteriore ed anche il denaro del MES esige dei piani da approvare, dei progetti, di cui non vi è simulacro. Tanto arzigogolio per avere denaro, tanto poco impegno per giustificare il riceverlo. Perché, sia evidente, siamo degli osservati sotto lente, l’Unione Europea non ha fiducia nel nostro Paese, esige le riforme per dare prestiti. Siamo al punto limite della tutela. Non dobbiamo ingannarci né essere ingannati: sorveglieranno che noi adempiamo gli impegni assunti per ricevere denaro e se non li onoriamo cadremo sotto tutela. Insisto: ò la realtà è come la scrivo, fandonie a parte dei gradassi di governo, che ogni giorno trionfano e conquistano…la disfatta. C’è il rischio che persone esterne decidano per noi. Bisogna scatenare i cantieri, correndo qualche rischio assai inferiore ai rischi della paralisi.

Potremmo avere come interlocutore la Russia, non la Cina. Ma gli americani non credo che sarebbero d’accordo come non c’è un accordo sulla Cina, in tal caso hanno ragione, la Cina cerca disperatamente di entrare nell’Europa e di separarci dagli Stati Uniti d’altro canto gli Stati Uniti ci separano dalla Russia e dalla Cina e anche dagli stessi Stati Uniti. Non c’è un blocco occidentale, Stati Uniti-Europa. Gli stessi europei sono tra loro divisi. In questo pandemonio chi ci rimette è sicuramente la bellissima Italia che non sa far valere le sue meraviglie artistiche, il suo clima, il suo cibo. Forse la società scavalcherà l’ignavia della classe politica di governo e farà da sé, contribuiamo a questo scopo, a dire alla società: fai da te. E siccome gli esseri umani vogliono vivere, tranne coloro che sono morti in vita, qualcosa si muoverà. Ma è concepibile che addirittura dobbiamo sospettare che degli italiani vogliono il male dell’Italia, che siano più malvagi che inetti? Tanto da fare e non fare! Avete una risposta?

Author: Cris

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