di Cristian Arni
A volte la sincronicità!
Ironia della sorte, o delle sorti, ci sono fenomeni astrali del tutto inspiegabili, o per i più attenti a certe “stranezze” del fato, dei fenomeni di sincronicità e sincronismo eccezionali.
Senza entrare nel dettaglio della faccenda, potremmo anche lasciare le cose al caso, che tanto fa da sè; così è in questo giorno, primo di Settembre, che in qualche modo segna un passaggio, ma anche una data memorabile per aver dato natali, non ad uno ma a due fenomeni della Cultura Italiana: il primo Settembre del 1922 nasceva, a Genova, Vittorio Gassman, sapete tutti chi è e cosa abbia fatto.
Ma il primo di Settembre del 1937, a ben altre latitudini, al lato opposto dello stivale italico, in quel “Sud del Sud dei Santi”, nasceva, o meglio “non nasceva” un altro illustre interprete,o meglio Artista della scena nazionale: Carmelo, Pompilio, Realino, Antonio, Bene, alias: Carmelo Bene.
Come possiamo spiegare, che nel segno della Vergine, che in ben quindici anni di distanza due tra i più grandi uomini di Cultura del ‘900 avrebbero segnato, e disegnato, i contorni sconfinati del loro genio, o per dirla altrimenti, del loro talento?
Senza voler qui trattare un saggio, ci sembra doveroso ricordare due pilastri del nostro Teatro, ma specie della nostra Cultura, che oggi risente della loro assenza, che grazie al web possiamo colmare con la moltitudine di materiali online che si possono consultare.
Ci hanno lasciato un “buco nero”, una voragine (qui ci preme parlare di loro due, benchè sappiamo che anche altri hanno lasciato il passo al “nulla”) che fa venire in mente proprio quel “nulla” che tutto inghiotte, accecante de “La storia infinita”.
Un po’come “quel” nulla rischiava di cancellare il mondo di Fantàsia, così il nulla odierno sta rischiando di fare il medesimo, culturalmente parlando.
Siamo in preda al nulla, e non sono frasi fatte, o sfatte! E’il contrappasso dei tempi, o il tributo che si deve per aver avuto due mostri sacri, del peso di Gassman e Bene.
Non ci sono ad oggi che pallidi emuli, cadaverici imitatori che fanno il verso, anzi il versaccio, specie a Carmelo Bene. E’ una cosa chi mi ha sempre incuriosito: come i “giovani” si siano rifatti, rifacendo male Bene! Da un lato un’ossequiosa riverenza al Maestro, dall’altro forse la sua ingombrante figura, non collocabile meramente nella figura di attore teatrale, Carmelo Bene era un evento, un simposio di fenomeni artistici, che catalizzati da un’astralità polarizzata, li ha tutti racchiusi in sè.
Difficilmente si potrà scalzare la sua figura, oggetto oggi di venerazione da parte dei suoi fan, come del resto dai suoi detrattori. Bene lo si può amare e poi addirittura odiare, ci si deve ad un certo punto disintossicare, per tornare a lui, questo quanto accaduto a chi vi scrive.
Di Gassman che dire…si impallidisce solo a nominarlo, naturalmente Gassman padre, che qui ricordiamo per le sue interpretazioni di Teatro, Cinema e poi Tv quando portò si, davvero la Divina Commedia nelle nostre case!
La personificazione dell’attore classico poi smantellato e rimodellato per il Cinema dalla Commedia all’Italiana; non fu cosa facile per lui smontare l’impalcatura e “farsi fare dalla macchina da presa”, come diceva lui stesso in merito al cinema.
Gassman aveva un altro percorso artistico rispetto a Bene, i due non sono equiparabili o paragonabili; come tutte le cose poste agli estremi, i due si attraggono ed annullano, un po’ come tutte le polarità magnetiche.
L’idea di un teatro classico, quasi più anglosassone ricadeva nei panni di Gassman, che poi interpretò proprio il tanto usurato binomio “genio e sregolatezza” nel film diretto intitolato al personaggio dell’attore britannico. Ecco, certi costumi, certi panni poi ti restano in qualche modo addosso, l’odore del personaggio talvolta perseguita l’attore.
Ma Gassman fu Maestro della Bottega fiorentina da lui diretta a Firenze, esperienza irripetibile che durò dal 1979 al 1994 quando terminò definitivamente. Ecco, la formazione, quella vera, dove gli allievi imparano e i grandi Maestri insegnano, in uno scambio reciproci di piani, ma sempre con punti di riferimento fermi, ciò che oggi manca,
Si, certo di esperienze formative simili ve ne sono state altre, molte e tutte diverse, ma qui parliamo dei due fenomeni che in questo giorno hanno avuto i loro natali.
A tutti sono arcinoti i “siparietti” mondani, da “gossip” alto, altissimo di questi due matattori della scena italiana, vero vanto anche internazionale per la nostra cultura. A tutti sono note le baruffe a singola tenzone tra i due, che poi fossero cavalcate dalla stampa, artefatte nell’esagerazione, stava di fatto manifestandosi uno spettacolo che altrimenti sulle tavole del palcoscenico non sarebbe stato nè possibile, tanto meno sostenibile.
Ecco perchè i due lavorarono incrociandosi sul set cinematografico de Lo scatenato, commedia del 1967 diretta da Franco Indovina, in cui un giovane Carmelo Bene nei panni di un prete, vien preso per sbaglio a schiaffi da un altrettanto giovane Gassman che poi sarà il protagonista della pellicola. Ecco, Bene fa giusto questa piccola ma significativa apparizione in un cameo poi, i due non si incroceranno mai più in nessun’altra occasione artistica al di fuori delle bagarre in cui tutti credono i due titani si sono scontrati in più round.
Chissà, vero o forse no, ora da qualche parte nell’Universo se la rideranno abbracciandosi mentre noi ancora attendiamo che qualcuno veramente possa apparire nuovamente in questo deserto culturale attuale.