Ora et Labora, perchè la sacralità e la dignità non siano vane alla civiltà

DIARIO DELLA RISORGENZA INVISIBILE E DELLA BUROPOLITICA

 

 

 

 

di Antonio Saccà

 

A questo livello di crisi, nazionale ed internazionale, è necessario dare ogni energia per salvarci. Non si tratta soltanto di passare dalle parole ai fatti, ma di fare senza risparmio di forze. Basta, è finita la società tutelata del benessere, entriamo nell’Era della Autotutela per Necessità. In quest’ultima Era, cercando che sia momentanea, non vi sono orari, diritti di ozio, mantenimenti a bivaccatori. Lavoro per tutti, lavorare tutti. Tranne i malati, per insania o vecchiaia, tutti devono lavorare. Anche i pensionati. Anche i carcerati. Senza una “liraeuro” come stiamo, indebitati come siamo, ditemi, abbiamo altro che il lavoro?! Il nostro capitale, la nostra risorsa sia il lavoro. Ripeto: non abbiamo altro. Un Presidente della Repubblica degno di esserlo proclami alla Nazione l’Autotutela per Stato di Necessità. Stiamo perdendo tempo, e il tempo è lavoro, stiamo perdendo tempo di lavoro. Cassa integrazione, redditi vari, niente, azzerati, lavoro e retribuzione da lavoro. I lavoratori, se sono lavoratori, devono lavorare. Manca il lavoro? Assurdo. Non siamo una società perfetta, quindi c’è da lavorare per migliorarla. Case abbandonate, campi incoltivati, strade sconnesse, rifiuti sparsi, plastiche esiziali, agricoltura senza addetti, vecchi abbandonati, bambini con i genitori al lavoro, imprese chiuse che gli operai riaprono, scambio di prestazioni senza denaro…Cantieri. Basta la querimonia su prestiti, indebitamenti, Europa, non Europa: salvezza nazionale mediante il lavoro fuori dalla normalità. Se devi lavorare dieci, dodici ore, lavora, non per uno sfruttatore ma per te e la comunità. Ma che siamo, cadaveri ambulanti! Ma come, tutti affermano che continuando al modo presente sarà la rovina, e stiamo a guardare. Inventiamo soluzioni oltre l’ordinario per situazioni non ordinarie. Partiti e sindacati attivino schiere di lavoratori, altrimenti sono mummie secche. Carrube.
Che voglio dire? L’economia non è costituita esclusivamente di numeri, di denaro, ma di spirito, volontà, di slancio, di una forza senza la quale ogni calcolo è fiaccato. Dove prendere i soldi, quali, quanti soldi prendere, chi ce li dà, quando ce li ridanno, vediamo… E sia. Ma occorre assolutamente animare la gente. E’ stata la fede a creare le grandi cattedrali, è stata la voglia di eternarsi a montare le regie, calcoliamo pure, certo, ma se non vi è l’ardore niente viene acceso. Bisogna ridare al Paese l’orgoglio di essere chi fummo e che civiltà salviamo salvandoci. Non attendiamo elemosina dagli europei, né concediamo elemosina ai nostri cittadini. E’ mai concepibile che non si affermi il primato, la nobiltà, la dignità del lavoro! Il lavoro non c’è? Follia. Se le persone sono in condizioni di lavorare, le persone devono lavorare. Che significa? Che bisogna strutturare la società in maniera che pressochè tutti lavorino. Ad esempio: se a tal fine è indispensabile diminuire l’orario di lavoro lo si faccia! Semplice. Ditemi: è preferibile mantenere lo stesso orario e licenziare o diminuire l’orario e non licenziare? Dite! Il “padrone” non intende diminuire l’orario? Bene. Gli operai facciano la “loro” impresa e agiscano come è opportuno per essere occupati “loro”. E questo per l’intera società, senza autoritarismi, in libertà di impresa. Se si avesse qualche grammo di variazioni sul sistema produttivo ci sarebbe luogo a molteplici proposte; ai fini del bene primario, l’occupazione, lavorare, lavorare!

Io credo che se i giovani sapessero a quale nazione appartengono sì batterebbero per salvarla. Disgraziatamente non vi è più il sentore della civiltà, vi è lo stare insieme non la civiltà. La civiltà: tradizioni, arte, eroismo, lingua, cibo, natura, città, nessuno ci supera. Abbiamo proprio da salvare la nostra civiltà e la civiltà salvando la nostra civiltà. Bisogna rivoluzionare l’insegnamento e far conoscere chi siamo stati, e siamo. Non si difende quel che non si conosce. L’Italia ad aspettare elemosina, l’Italia con la mano tesa, l’Italia che sperpera il denaro a giovani inattivi! Slancio al di là di ogni calcolo, se viviamo di calcoli senza slancio periremo con il pallottoliere in mano, come dei rimbambiti al mercato.

Se è vero che il corpo influisce sulla mente quanto la mente influisce sul corpo, è necessario cambiare, appunto, mentalità. Volere, avere coraggio. Non esiste una possibilità di vita che non passi per la lotta. Lottiamo il Virus, lottiamo per lavorare. Non paralizziamoci nella lotta contro il Virus. Dobbiamo combattere la malattia e vivere tutto il resto. Se non affrontiamo la malattia con esuberanza vitalistica siamo malati noi, non per il Virus. La vera malattia sta nel soccombere all’opinione che non dobbiamo vivere rischiando di ammalarci. Sarebbe come dire: siccome il tempo passa e muoio ogni istante…non voglio vivere. Vale il contrario: poichè muoio voglio vivere!

Author: Cris

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