di Simone Destrero
Scheda Film:
TITOLO: Judy
Regia: Rupert Goold
Genere: Drammatic, Biopic
Cast: Renée Zellweger, Darci Shaw, Finn Wittrock, Rufus Sewell,
Michael Gambon, Jessie Buckley, Richard Cordery
Data di uscita nelle sale: 30 gennaio 2020
Un elegante affresco di colori, di atmosfere atlantiche, di design domestici, di brindisi festosi, di impalpabile polverina grigia che si deposita sugli ultimi anni di vita di Judy Garland, sul suo immenso talento, e di pari passo, sulla perfetta, istrionica, talentuosa interpretazione di questo mito hollywoodiano da parte di Renéè Zellweger. L’attrice statunitense fa talmente suo il personaggio della sua illustre collega, da renderlo più verosimile di qualunque altra possibile biografia. Un’immedesimazione toccante, che arriva fino a commuovere nelle zone d’ombra esistenziale che le ultime performance canore del film tirano fuori. Una riflessione sul senso della vita umana, sull’apparente nonsenso di un invecchiamento deludente, che fa i conti con l’impossibilità di coniugare successo pubblico e felicità personale nel privato. Un classico biopic con tutti i crismi del genere: dai flashback degli inizi della carriera artistica di una tenace adolescente, alle prese con la parte di Dorothy ne “Il mago di Oz”, che l’avrebbe resa una star, al passaggio dagli inevitabili sacrifici per arrivare la successo, fino al rovescio degli stessi nei vizi e negli eccessi che si sarebbero poi accumulati nel corso degli anni ( pochi, vista la prematura scomparsa dell’attrice e cantante USA a soli 47 anni) e gli insuccessi familiari, tra i vari matrimoni e i figli sacrificati alla routine dello show business. Niente di nuovo, quindi, per quello che riguarda la forma estetica del film e il suo sviluppo drammaturgico, ma il pathos assoluto che viene fuori da alcune sequenze non è comune da trovare in altri biopic e lo rende uno dei più riusciti nel suo genere. Nota di merito alla sequenza dove la leggendaria star dopo uno dei suoi più riusciti spettacoli, e rimasta sola, chiede a due increduli suoi fans britannici di andare a mangiare qualcosa insieme. Da lì si paleserà tutta l’umanità e l’anticonformismo che, nonostante i successi dovuti a quel sistema che tende a renderti un ingranaggio dello stesso, Judy Garland non ha mai perduto.