La drammatica situazione nel campo Profughi di Lipa, in Bosnia, si auspica la chiusura.

 

 

 

 

a cura di redazione

Non possiamo restare impassibili di fronte a quanto sta accadendo in Bosnia, nel campo profughi di Lipa, dove circa un migliaio di persone (alias migranti) sta vivendo in condizioni disumane da ormai troppo tempo, come dimostra l’articolo sotto, ripreso dal sito https://www.balcanicaucaso.org/  perchè dalla data di pubblicazione sono passati due mesi e le condizioni non sono affatto migliorate anzi tutt’altro, sono disperate. Come descritto nell’articolo, a firma dell’autrice Nicole Corritore, che fa eco all’appello per chiudere questo campo fatiscente le cui condizioni sono andate nettamente peggiorando dal giorno dell’incendio e con il freddo e la neve che si sono intensificate nelle ultime settimane. La comunità internazionale, l’Europa non possono non accogliere, gli appelli e le petizioni delle ONG, l’intervento dei volontari, della Croce Rossa di Bihac e di quanti stanno adoperandosi in questo periodo per portare il proprio aiuto e sostegno alle persone, tra cui molti bambini, che sono tornate a affollare la “rotta dei Balcani”. Questo per sottolineare come dalla redazione dell’articolo ad oggi poco è cambiato, occorre un intervento immediato e concreto prima che sia troppo tardi.

 

 

 

“Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Osservatorio Balcani e Caucaso” 

Bosnia Erzegovina: chiudere il campo di Lipa, ora!

4 dicembre 2020

C’erano cinque gradi sotto zero stanotte nel Cantone di Una Sana. E nel campo “temporaneo” di tende tirate su dal nulla ad aprile a pochi chilometri da Bihać – causa emergenza Covid – un migliaio di persone sono al freddo, senza acqua e cibo caldo, sotto la neve.

 

 

Doveva chiudere a fine settembre quello che era stato definito “un campo di emergenza”, dove la polizia aveva concentrato quelli che non avevano trovato posto nei campi esistenti nel Cantone.

Invece, al 3 dicembre, niente è cambiato, nonostante gli appelli e le denunce di varie organizzazioni, come Transbalkanska Solidarnost , e dei volontari che – per quanto possono – aiutano sul territorio i migranti rimasti senza alcuna assistenza. Un campo dove l’acqua viene portata con cisterne, dove l’elettricità per l’illuminazione viene fornita da generatori a petrolio, mentre gli impianti permanenti non sono mai stati creati dalle autorità locali.

L’ultimo grido arriva attraverso la petizione “Help refugees! Close the Lipa camp in Bosnia now! ” dove viene descritta la criticità della situazione: “Nelle ultime settimane fa molto freddo e sta nevicando. Il campo è in un’area di montagna e le temperature scendono sotto lo zero. L’acqua potabile è congelata e ci sono problemi con la luce. Questo campo non è adatto alle condizioni invernali e lo stesso responsabile dell’IOM in Bosnia Erzegovina ha chiesto più volte che venisse chiuso, perché nessuno può vivere in queste condizioni. Per favore aiutateci, chiudete il campo di Lipa e riaprite il campo di Bira, prima che qualcuno muoia di freddo”.

Il “centro” per richiedenti asilo e rifugiati in transito Bira, situato nella periferia di Bihać, è stato infatti chiuso a fine settembre per decisione del governo cantonale. Una decisione illegittima, come aveva denunciato su Altreconomia Silvia Maraone dell’Ong Ipsia che opera su quel territorio.

Il video che abbiamo ricevuto dal campo, parla da solo. Raccogliere l’appello per la chiusura è il minimo che si possa fare.

Author: Cris

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