Introduzione e Copy Cristian Arni
Siamo così all’ombra di un cipresso, che albero magnifico e secolare, la sua forma allungata ed affusolata, che ritroviamo in molti scenari, specie nei poggi toscani, tra il Chianti ed il Senese e oltre; terra di Cultura, Storia, Arte. Tutto ciò rischia di essere preso di mira e spazzato via da queste “locuste” revisioniste che stanno mettendo a dura prova la Cultura Occidentale. Scellerataggine, quando l’ignoranza impera sovrana. E così, salviamo il nostro patrimonio storico, culturale, dallo scempio dell’idiozia. Abbiamo visto ciò che han fatto in America alle statue, quella di Cristoforo Colombo inclusa, e ancora alle statue di Churchil e poi Montanelli, così per saltare di “palo in frasca”, come stanno agendo questi “anarcoidi” ignari della Storia. E così in questo clima torrido troviamo refrigerio all’ombra di un cipresso, ove giace la nostra splendida Cultura! In quiete e riposo, ma guai a darla per spacciata, sta solo rifiatando.
di ANTONIO SACCA’
È davvero sorprendente ed anche miserevole questa deliberata volontà di affermare ogni istante la gravità del MaleVirus, la durata, la continuazione, l’eventuale ritorno come ad impedire una società libera dalla paura, non più sottomessa ad un Governo di Salute Pubblica. In Italia abbiamo una situazione stravagante, invece di rallegrarci che il Virus è decaduto non facciamo altro che sottolineare le notizie negative, e qualche focolaio, qualche decesso, vicende minime, oltre il perpetuo ritornello del “ritorno” ci ossessionano. La ragione sta nel fatto che molti poteri si sono affermati con la presenza del Virus, se il Virus sparisse sparirebbero anche coloro che ne condividono le sorti, innanzi tutto il Governo, e medici, giornalisti, opinionisti, strettissimi al Virus… Questo Governo, antitetico e fragilissimo, ha fondamento nella esistenza del Virus. Sicché tutti coloro che lo sostengono, sostengono il Virus. Ciò comporta danni micidiali per il nostro Paese, invece di ridestare forze lavorative, in nome del tremore che il Virus si “ripotenzi” e sparga, non si compie il solo atto necessario: uno sfogo di lavoro, cantieri a gonfie vele…Mai. Elemosine di Stato, Economia della Carità, qualche “lirettaeuro” per conquistare elettorato, ed i ceti produttivi a precipizio. Pensionati e stipendiati pubblici protetti (almeno al presente), imprenditorialità in rovina. Ormai questa tecnica di potere è confermata da mesi, o da qualche anno, ed arrecherà disastri. Se non si prende atto, e qualche rischio, della caduta del Virus e non si eliminano o sminuiscono le regole che uccidono l’imprenditoria, primo il distanziamento sociale, non c’è scampo per alberghi, ristoranti, ma anche piccole e medie imprese e l’imprenditoria in generale, lo scrupolo della salute, esasperato, frena, azzera l’economia. Gli appalti sono ridotti, la disoccupazione verticale. Non solo, si continua a fermare l’apertura dei cantieri per timore di immissioni della malavita, quando è proprio la malavita che acquista i fallimentari alberghi o fa credito strangolando, oltre che gli “onniinvadenti” cinesi. Che gioco è mai questo? Si vuole, dico: si vuole affliggere l’economia? A chi conviene? Perché questo “iper scrupolo” a tutela della salute “contro” l’economia? E soprattutto, perché questa insistenza a difesa della presenza del Virus? A chi giova questa concezione, in fondo ormai smentita. Di assembramenti ne facciamo ogni istante, di varia natura, privati e collettivi, e non succede alcunché! Perché non prendere atto e consentire a teatri, cinema, treni, aerei, ristoranti… una vicenda rassicurata, fiduciosa, laboriosa? Siamo in un bivio, le regole per la salute contro l’imprenditorialità ci rovinano, lo sappiamo, è così, crolla la domanda, ne risente l’offerta, i negozi di ogni natura si decimano. Perché insistere su un contagio che non è più mortale? Potrebbe esserlo? Ragionando sul possibile si annienta il reale.
Questo discorso, con tutte le cautele non paranoiche necessarie, vale per l’Europa. In altri paesi il contagio esiste, spesso dilaga, ma non possiamo trattare le nostre situazioni eguagliandole, noi abbiamo ormai anticorpi, abbiamo cognizione, abbiamo un sistema sanitario ben diverso, quindi è improprio dire: ma negli Stati Uniti, ma in Brasile, ma in Sud America… Bisogna vedere la situazione sanitaria e la mentalità con cui si affronta la malattia. Dicono, gli amanti del Virus: può tornare dall’estero! Sia, se lo abbiamo sconfitto in casa perché non dovremmo sconfiggerlo se viene dall’estero! Al dunque, la realtà è realtà: se non provvediamo a dare sfogo alla attività imprenditoriale, falliamo! Inutile rigirare la questione. La preoccupazione per la salute esige la rovina dell’economia? No! No! Assolutamente, no. Gli altri paesi europei non hanno la nostra situazione rovinosa in economia. Allora? Chi vuole la rovina dell’Italia? A chi gioverebbe? Perché, a meno di uno sforzo estremo della società, l’andamento politico reca distruzione!
C’è una indicazione internazionale gravissima. Gli Stati Uniti al momento sono isolati, nessuno vuole americani, almeno in Europa. Oggi, un aereo di turisti americani giunto con volo privato è stato rinviato. Speriamo che, almeno, gli europei si aiutino come europei, specie nel turismo. Un turismo nazional europeo sarebbe salutare. Ma attenzione ai rapporti internazionali. Se venissero turisti cinesi, che faremo? Non americani ma cinesi! Stanno accadendo vicende oscure, equilibri internazionali in bilico, sistemi economici che si volgono alla robotica, al commercio online, alla decimazione, ripeto, dei lavoratori. Una matassa enorme. Cerchiamo di tirare qualche filo. Ma temo che siamo all’inizio di complicatissime variazioni. La Cina cerca di dominare la libertà di Hong Kong, le correnti afroamericane tentano di recidere l’Occidente dalla storia dell’Occidente, un Occidente senza storia, senza la storia che dispiace agli afroamericani. Se qualche mussulmano leggesse Dante, Ariosto, Tasso, ostilissimi ai mussulmani, rischiamo di non poterli più leggere! Più che temere l’epidemia negli Stati Uniti meglio temere il “sistema” cinese ed il punto di arrivo delle rivendicazioni antioccidentali, la negazione dell’Occidente. Epoca di subbuglio. Una domanda: ma che vogliamo salvare di noi e noi vogliamo salvarci?