DIARIO DELLA RISORGENZA E DELLA BUROPOLITICA
di Antonio Saccà
Tre forze si disputano l’Italia, la Cina, la malavita e il potere governativo con tanti supporti, oltre i noti poteri (Stati Uniti, Vaticano, Massoneria, del resto presenti anche nei tre gruppi menzionati). Il Governo e le sue entità hanno trovato nel morbo un incontro fatale per restare al potere, la Cina compra l’Italia a prezzo di stagno, la malavita acquista o dà credito immediato ad interessi omicidi. Il Governo quotidianamente spartisce denaro verbale, è il denaro virtuale più generoso dell’Occidente, è come la fede nelle religioni, se tu pensi che qualcosa esiste ed hai fede che esiste, esiste; è il Governo delle premesse più che delle promesse, è la prefazione del denaro, l’odissea del viaggio dal dire al fare incagliata in tante maree contrarie al punto che il denaro non giunge al porto, sta diventando una farsa “ridolinica” la dichiarazione giornaliera della distribuzione dei miliardi e la gente che grida: non arriva niente! In compenso regole, misure, maschere, mani lavate, distanza, ed una sorveglianza da domatori di circo. Ogni particella della società viene scrutata, e intimorita, tenuta sotto controllo, sicché la protesta teme di mostrarsi, diventa un attentato alla salute pubblica, ed in nome della difesa della salute pubblica stiamo malissimo. Devo dire che ne siamo anche colpevoli, perché taluni fanno gli spavaldi, altri eccessivamente intimoriti. Ma dico, la maschera grava di umori stantii, ingoi il fiato che hai espulso, i residui, portarla in luogo aperto è un’esagerazione, ma non portarla in luogo chiuso può recar danni. Invece, sempre in maschera o mai in maschera. Ma sono dettagli, tra il disordine e l’obbedienza accecata. Come ho scritto più che misure proibitive occorre con estrema volontà cercare il vaccino, abbiamo ombre sui vaccini, e cure, cure, una combinatoria di farmaci che al tempo giusto rassicurino, perché il cittadino ha paura e vuole e deve essere rassicurato non da proibizioni ma da cure. Le proibizioni sono fragili, come a dire: se sto a mezzo metro, rischio il contagio? Se mi tolgo la mascherina, sono un futuro morto? Le proibizioni non rassicurano, le cure danno fiducia. Io devo poter dire: va bene, puoi ammalarti, ma sei curabile, come una qualsiasi altra malattia; ripeto: come qualsiasi altra malattia. Bisogna far rientrare questo morbo nella normalità delle malattie! Questo lo sforzo di un Governo serio che provvede ai cittadini, non esclusivamente divieti, ma cure! E’ possibile? Pare di sì. Il Plasma iperimmune, commercializzato, diciamo, da un’azienda toscana facente capo ad un uomo politico(!) ma concepito da un medico, De Donno, sembra efficace; dei medici napoletani dell’Ospedale Cotugno si sono mostrati valenti con i disinfiammatori, farmaci antireumatologici, anche i raggi ultravioletti servono, non sono nel campo, riferisco. E’ sulle cure che bisogna sforzarsi all’estremo, non sui divieti, e poi, l’ho scritto, aria, areazione, sole, mare, prati, abbiamo sole, mare, campagna, valgono assai meglio delle mascherine. Non possiamo vivere timorosi di vivere. E buttarci, proprio, nella cultura, nell’arte, nel piacere di vivere, magari tutelati, ma non tutelati come rinunciatari ma tutelati per vivere. Questa visione luttuosa dell’esistenza è peggiore del morbo. Credo di averlo scritto: viviamo come nei romanzi di De Sade, la ingenua Justine passa da un orrore all’altro e se ad uno scampa ne riceve un secondo, un terzo… Una società non regge, gli individui non reggono. Gli obblighi impauriscono, l’innocente si sente colpevole, colpevole di sbagliare, e si frena, oppure rompe la cristalleria e diventa forsennato. Cure, più che divieti costrittivi, e lasciare briglie sciolte in economia. Questa filosofia del divieto, in economia è omicida. Come ti ritengo attentatore alla salute pubblica se non porti la mascherina che forse non serve, né servono i guanti, ti ritengo un probabile delinquente se hai un’impresa, se vuoi operare. Così da anni i cantieri sono fermi nel timore che se ne impossessi la malavita. Che teorema! Un imprenditore essendo nella eventualità di essere un malfattore è già un malfattore, potresti esserlo dunque lo sei, e poiché lo sei in potenza lo sei in atto, per dirla con Aristotele. Ma Aristotele non dice che tutte le possibilità si compiono, fosse così essendo tutti potenziali assassini siamo tutti assassini! Ma si può “babilonizzare” a tal grado! Cure, e non condannare prima del delitto, si paralizza il dinamismo sociale, e si fanno crollare non soltanto le imprese ma la mentalità imprenditoriale sostituendola con la mentalità assistenziale, mentre cinesi e malavita fanno gli imprenditori! La straordinaria ricerca di purezza legale sta avendo come risultato che l’Italia si svende ai cinesi e alla malavita. Diceva De Sade che l’eccesso di virtù consente il dominio del vizio! Intendiamoci, nel nostro caso l’eccesso di virtù è allo scopo di consentire il trionfo del vizio. Lego le mani all’onesto sospettandolo di disonestà, e il disonesto si colloca.
Bisogna cambiare la Costituzione, oggi il popolo non conta, i partiti nelle loro combinazioni ne tradiscono la volontà. Questo Governo non soltanto non è eletto dal popolo ma non sarebbe eletto dal popolo, Vive perché il morbo impedisce le elezioni, e temo che farà operazioni gravi, contro la Lombardia e contro la Lega. Non intendo occuparmi di politica partitica, dico però che ormai è palese uno scopo, far durare la crisi per erodere il Nord, in specie la Lombardia. Meglio: per impossessarsi della Lombardia. Tra Roma (Governo) e la Lombardia è guerra finale, il Governo tenterà di inficiare la Lombardia per presunte manchevolezza sulla sanità. Il Sud deve capire questo scopo e comprendere che deve allearsi radicalmente con l’imprenditoria del Nord. C’è in ballo la statalizzazione assistenzialistica del Paese: poche grandi imprese, milioni di disoccupati con sussidi minimi, imprese alla malavita ed ai cinesi. C’è un nemico comune contro il Nord e contro il Sud, la “buropolitica” statalistica assistenziale, la malavita, i cinesi, grandi gruppi transnazionali. Se il Virus non decade avremo tempi durissimi. L’Europa non ci soccorrerà a fondo perduto, esige riforme, ciò intaccherà anche i ceti protetti, impiegati, pensionati, d’altro canto il costo della vita si innalza, le piccole e medie imprese, per le modalità difensive, e la mancanza di aiuto, barcollano. I cinesi sono prontissimi, a qualche giorno dalla ripresa un locale sotto casa mia, a Roma, stende cartelli in cui si dice che porteranno le pietanze a domicilio dei richiedenti gratuitamente in tre chilometri di distanza e offrono i piatti a cifre bassissime.
Può capitare che abbiamo occorrenza di un uomo eletto dal popolo, un uomo a cui chiedere responsabilità personale, non questi filtri che disperdono la responsabilità. Un presidente responsabile in prima persona e che parli alla Nazione non ai partiti ed abbia la capacità di comando, di incitamento, di entusiasmo per la nostra salvezza. Non uno scaltro mentitore ma un idealista che sa praticare il suo ideale. Un De Gaulle, un Churchill. Uomini nei quali la Nazione crede, uomini che credono nella Nazione. La rinascita non sta nei titoli dei decreti ma nell’insorgenza vitale. Se già diamo per scontato che dobbiamo temere il contagio ad ogni uscita di casa, ci sgonfiamo. Cautela per vivere non per sopravvivere intimoriti. Insomma, o si cambia mentalità o moriamo. Anche di noia.
La grandiosa visione sociologica e geopolitica e’ esaltata da un tripudio linguistico abbagliante.
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