Editor e Copy Cristian Arni
In tempi di virus, con il Covid che detiene Corona e supremazia, chiniamo tutti il capo a sua Maestà, che falcia capi e corpi, senza esitazione, distinzione nè pudore! Molti i medici caduti sul fronte ospedaliero e non ultimi, gli infermieri, i quali hanno prestato, tutti, il proprio servizio e sacrificio (per carità scevro da ogni accezione bigotta vi preghiamo!) perdendo la vita per incuria ed inefficienza delle garanzie minime di sicurezza nelle quali hanno prestato il proprio servizio. A loro tutti la nostra gratitudine profonda e andiamo a sentire un po’ cosa il Prof. Saccà ha da raccontarci in merito ad un incredibile incontro ravvicinato (non del terzo tipo).
DIARIO DELLA GRANDE PESTE E DI PICCOLE PESTI
di Antonio Saccà
La sera del giorno 12, celebrazione della Pasqua, sentii il campanello del portone, chiesi e fu risposto che era il Distanziamento Sociale, non lo conoscevo ma ne avevo sentito il nome, non ebbi difficoltà a riceverlo. Dopo qualche minuto suono al portone, chiesi e l’Asintomatico intendeva incontrarmi, non aveva nulla in contrario. Con le dovute cautele, senza darci la mano, separazione di un metro e mezzo, più o meno, ventilazione, mascherine, nella stanza…Erano entrambi di colorito congestionato, sul punto di esplodere, passaggi di rosso mattone, verdegiallo bile… In piedi Distanziamento Sociale mi domandò se io scrivevo sulla faccenda che lo coinvolgeva, sì, ne scrivevo, per nostra memoria e per comprendere, inizio a urlare, stavo segnando: ululare peggio di un orango chiedendomi chi fosse l’inventore che aveva assegnato il suo nome, Distanziamento Sociale a persone chiuse in qualche stanza! Li chiudi, li ravvicini e chiami questo Distanziamento Sociale! Non si teneva. Gridava, stringeva il pugno, scalciava, e chiedeva e ri- richiedeva. Chi aveva forgiato l’idea di distanziare le persone…mettendole insieme! Accennai, Organizzazione Mondiale della Sanità, non ne ero certo. Perse il minimo controlli: Quest’Organizzazione è una pazza, da incarcerare con i pesi al collo, fa ammalare la gente, si rende conto, Professore, che io dovrei mantenermi a rispettosa distanza in una famiglia di tre, quattro, cinque persone in sessanta, settanta metri, e ciascuno a non contaminare l’altrui, e giorni, giorni, mesi, mesi! Mettere chiuse vicine più persone sarebbe…distanziamento sociale! Scandisca le parole: Distanziamento Sociale e invece mettere insieme chiusi! Non le sembra dissensato. Mettete in galera questa Organizzazione Mondiale della Sanità, vi vuole male! A questo punto intervenne Asintomatico, ancora più imbestialito: E che devo dire io! Senza accorgimento mi stanno facendo accuse da ergastolo. Non potevano accorgersene prima che ero un contaminante inconsapevole? Anch’io, di furia, recluso con persone sane, e che ti combino, li virulento, li ammalo, e tutta la colpa di chi sarebbe, di chi sarebbe, del sottoscritto Asintomatico! Bene, bravi, e invece di appiccarmi agli altri non considerando chi mettevate insieme non potevate controllare? No, vi ha preso la mania reclusionista, insieme, presto, chiusi, tutti all’altro mondo …e tutta colpa mia! No, colpa tua Signora Organizzazione Mondiale della Sanità che non hai compreso che io esistevo! Credevo al termine della serata e delle invettive, allorché una voce gentilissima, femminile mi disse dal portone, dopo aver suonato: Sono una Mascherina, posso venire a salutarla? Non avevo niente in contrario. Una ragazza snella, dai begli occhi, il volto mezzo coperto mi disse con voce dolente, fragile, di dover protestare in quanto non sapeva più chi era, serviva o non serviva, da buttare dopo qualche ora o da mantenere… Confuso anch’io, togliemmo l’incontro che io mi misi a scrivere quello che ho scritto