di Cristian Arni
E così siamo usciti dalla crisi! Eureka, è nato il Conti ter…ehm il Governo Draghi.
Finalmente, ora si potrà tirar un sospiro di sollievo, il nuovo capo del Governo, Mario Draghi è salito al Colle, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per presentargli la rosa con la quale giocherà a rimpiattino.
Tra i ministri ci sono molti deja vu tra cui alcuni della serie “a volte ritornano”, un’accozzaglia di colori che manco una coperta patchwork, insomma, tutti a bordo, persino la Lega, anche se era nell’aria ormai da giorni, tutti tranne FDI, ferma sulle sue posizioni.
Ora si giocherà in Europa, premio il Recovery fund, il MES, la coppa del nonno, poi penseremo al mondo intero come gestirla sul piano internazionale, intanto bisogna scaldare i muscoli dei nuovi entrati.
Andiamo allora a vedere come è venuto giù questo rimpasto di Governo, per diciamolo questo è, tra tecnici, new entry e veterani e qualche ex.
Diciamo prima che non ci vogliamo concentrare su quote rosa, azzurre, fucsia, vorremmo concentrarci sull’efficacia e l’efficienza che, sia giallo, rosso, verde, blu o arcobaleno, sappia prendere in pugno la situazione in maniera seria!
Il popolo ne ha bisogno.
E allora, signore e signori vediamo i nomi, la compagine ‘rosa’ del governo è composta da: Marta Cartabia, Luciana Lamorgese, Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Fabiana Dadone, Elena Bonetti, Erika Stefani e Cristina Messa.
Gli uomini sono Dario Franceschini, Andrea Orlando, Federico D’Incà, Vittorio Colao, Renato Brunetta, Massimo Garavaglia, Luigi Di Maio, Lorenzo Guerini, Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli, Roberto Cingolani, Enrico Giovannini, Patrizio Bianchi e Roberto Speranza.
Di questi, otto sono tecnici: Marta Cartabia (Giustizia), Luciana Lamorgese (Interni); Vittorio Colao (Innovazione tecnologica); Daniele Franco (Economia), Roberto Cingolani (Ambiente e transizione ecologica); Enrico Giovannini (Infrastrutture e Trasporti), Patrizio Bianchi (Istruzione) e Cristina Messa (Università).
Sette i ministri del governo Conte Bis confermati nel governo Draghi, che registra 16 new entry. Tra i 23 ministri del governo Draghi, 17 hanno già ricoperto ruoli di governo mentre sei sono esordienti. Questi ultimi, particolare sono Marta Cartabia, Daniele Franco, Roberto Cingolani, Patrizio Bianchi, Vittorio Colao e Cristina Messa.
Sono 4 i ministri del M5S del governo Draghi, tre quelli del Pd, di Forza Italia e della Lega uno di Leu ed uno di Italia Viva. In particolare sono del M5S Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli, Fabiana Dadone e Federico D’Incà. Del Pd sono Andrea Orlando, Lorenzo Guerini e Dario Franceschini. Di Forza Italia sono Renato Brunetta, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Della Lega sono Erika Stefani, Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia. Di Iv è espressione Elena Bonetti. Di Leu è espressione Roberto Speranza.
Insomma, un bel lavoro per il neo Capo del Governo Draghi, che ha istituito anche il nuovo dicastero, di cui c’era estremo bisogno in un momento come questo, un ulteriore tassello nel già dispendioso bilancio italiano, come se già le spese non fossero abbastanza,
Così avremo nuovi statali che andranno a far la spesa o chissà che diamine mentre saranno in orario lavorativo, che poi chissà come si ammazzeranno di fatica, comunque, staremo a vedere.
A noi saltano agli occhi alcuni nomi ridondanti quali quello del Ministro Brunetta, redivivo, la Gelmini e la Carfagna; il resto, per dirla alla sanremese, ormai siamo prossimi al Festival della canzonetta, i sei debuttanti vedremo come se la caveranno, gli altri già li conosciamo, specie il Ministro Dario Franceschini, Stefano Patuanelli e Roberto Speranza.
Ma in tutto questo a Italia Viva spetta un Ministro, mannaggia rispetto a prima che ne avevano due hanno perso quota, dunque poverino Matteo Renzi, ritenuto da molti il responsabile di questa crisi di Governo, non lo hanno fatto per interessi e per di più saranno incensati per aver messo Draghi là. dove ora tutti lo osannano, mentre prima per molti, si legga anche Lega, era un diavolaccio alla difesa della BCE.
“In bocca al lupo Presidente“…e lui abbassando il finestrino dell’auto: “Crepi“…il lupo, s’intende!