nota di redazione
Di misure assurde ne sentiamo tante, manovre economiche paradossali, tasse sulle merendine, i prodotti con gli zuccheri ecc.ma c’è una misura economica che pretenderebbe risanare il nostro debito pubblico che è a dir poco surreale, vediamo di cosa si tratta nell’articolo sotto.
L’emendamento sulla riduzione dell’Iva per i prodotti femminili è stato prima bocciato e poi
riammesso
di Elisabetta Amato
L’Italia nell’ultimo periodo sta cercando di risollevare la propria economia, risanando in tutti
i modi possibili il debito pubblico. Tra una manovra e l’altra è riemerso un emendamento
che da lungo tempo si cerca di portare all’attenzione di tutti: ridurre l’Iva sui prodotti
sanitari e igienici femminili.
Se infatti per i tartufi freschi c’è un’imposta indiretta del 5% e per i biscotti, il caffè e il
cioccolato del 10%, non si può dire lo stesso per tamponi interni, assorbenti igienici
esterni, coppe e spugne mestruali, che hanno un’Iva del 22%: sono tassati come prodotti
di lusso e non come beni necessari.
Il 13 novembre la proposta di applicare un’imposta indiretta (ridotta al 10%) su tali beni è
stata giudicata inammissibile dalla Commissione Finanze della Camera. Dopo, però, un
primo rifiuto l’emendamento, che ha come prima firmataria Laura Boldrini, è stato
riammesso.
Germania, Francia, Belgio e Olanda sono solo alcuni dei paesi che ad oggi hanno ridotto
l’Iva sui beni necessari femminili e in altri stati c’è un rifornimento gratuito nei bagni delle
scuole.
In Italia, invece, sembra essere diffusa l’idea che la questione nata intorno alla tassa rosa
sia insignificante o di poca importanza. Ma è davvero così? Le donne consumano circa
12mila assorbenti in 40 anni di periodo fertile, questo comporta una spesa notevole e
indispensabile sul bilancio famigliare. Chi, infatti, è convinto che questa sia una proposta
solo femminile, in realtà non considera che la spesa mensile di tali prodotti grava su tutti i
componenti di un nucleo famigliare.
Gli assorbenti, come anche i pannolini per bambini e i pannoloni per anziani (salvo
esenzioni), secondo l’economia italiana sono un bene di lusso (tutti con Iva al 22%),
mentre il rasoio da uomo è considerato – e di conseguenza tassato- come un bene
necessario.
Che sia questo il retaggio di una cultura per lungo tempo maschilista o una
sottovalutazione di tale problema, resta il fatto che le donne da oggi- forse- possono
sperare nella riduzione dell’Iva sui loro prodotti mensili. Il ciclo non è un lusso e incide
sull’economia di tutti.