I MISTERI DELL’ANTICA GALERIA FONDATA DAGLI ETRUSCHI O DA UN POPOLO SCONOSCIUTO ?

a cura di Cristian Arni

Ci sono luoghi che hanno una magia tutta loro, luoghi che vi fanno sentire lontani chissà quante centinaia di km dalla vita frenetica della città, luoghi che vi catapultano in un altrove, tra natura e archeologia, per un viaggio a ritroso nel tempo. Portali temporali che si aprono alle porte della percezione di chi è pronto a cogliere il fascino e il mistero di epoche e vite passate, lontane e quest’oggi, il Dott. Arnaldo Gioacchini ci fa fare un bellissimo viaggio nel lontano passato con la sua “macchina del tempo” carica di: storie, racconti, dati e riferimenti storici. Pur stando comodamente seduti a casa propria sarà possibile, a patto poi vi rechiate nei siti descritti in questo interessante articolo a sua firma, visitare attraverso la lettura, questi siti archeologici, potendone scoprire, o in molti casi riscoprire, la vita che vi pulsava e fioriva una volta. Affinchè possiate immergervi appieno in questa ellissi temporale mettetevi in ascolto e godetevi in santa pace, lontani dalle distrazioni e dalle preoccupazioni del nostro tempo, queste interessanti pagine di Storia e Archeologia, cariche di vita. Non molto distante dalla Capitale nonostante il salto temporale di qualche migliaio di anni, visiterete con la sola descrizione, e la fervida immaginazione del lettore, i siti descritti nel seguente articolo. Siamo certi vivrete un’esperienza che non potrete dimenticare, in chiusura alcune suggestive immagini del sito in questione. Buona lettura e…buon viaggio!

 

 

articolo di Arnaldo GioacchiniMembro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani
Patrimonio Mondiale

Andando subito alle origini dell’antica città di Galeria si evidenzia, da subito, che la sua storia è un gran bel coacervo di realtà e misteri ove i misteri superano le realtà. Ma prima di parlare di tutto ciò è il caso di dire dove si trovano i resti di questa città che gli studiosi hanno definito essere una “piccola Pompei”, e già con questa definizione si può iniziare a comprendere come il suddetto luogo, che è nella valle del fiume Arrone a nord di Roma, desti importanti interessi storico – archeologici. Le sue ipotetiche origini potrebbero risalire addirittura un antico popolo etrusco/latino nato sotto Servio Tullio (ottimo re di Roma ma che prima di divenire ciò fu un importante generale etrusco con il nome di Mastarna – ndr) il quale regnò, dal 578 al 535 a.C., sull’Aeterna Urbs (così la citò Tibullo – ndr) come penultimo re dopo Tarquinio Prisco e prima di Tarquinio il Superbo, anche loro due di stirpe etrusca. Detto di questa ipotesi rimane il fatto che non si sa, con assoluta certezza, da quale popolo misterioso fu fondata e quando. Nel campo delle ipotesi, quella che sembra “reggere” più delle altre, è che Galeria nasca con gli etruschi e che da questo popolo fu nomata “Careia” per poi passare, ovviamente, trovandosi estremamente a ridosso di Roma, sotto il dominio antico romano e poi, successivamente, in epoca medioevale, entrare a far parte delle proprietà ecclesiali. C’è una sola ed unica fonte storica che apre uno “spiraglio” sull’origine di Galeria ed è Tito Livio il quale dice che i Galerii ( forse fondatori della città
omonima – ndr) erano uno dei molti gruppi etnici creati da Servio Tullio a seguito della riforma dell’agro romano. Fondata da un popolo (quasi) misterioso c’è invece certezza che Galeria Antica, almeno all’inizio, era un avamposto militare che serviva a difendere i territori tra Veio e Cerveteri. Questo perché ancora oggi si evidenziano i resti di archi a sesto acuto e di costruzioni ad opus incertum antico romani. Con le origini piuttosto incerte fa il paio un altro accadimento molto misterioso quello del perché del suo abbandono avvenuto all’improvviso e definitivamente (e di questo vi è certezza) nel 1809 (anche questa data è certa). Ma perché si è arrivato all’improvviso precipitoso abbandono di Galeria da parte dei suoi abitanti (facendone una vera e propria città
fantasma) con una vera e propria fuga di massa ( in realtà di poche decine di persone) così rapida da lasciare sul posto non solo attrezzi da lavoro (cosa molto strana considerandone la “preziosità” di essi per i contadini dell’Agro Romano dell’epoca) ma le varie suppellettili e persino i cadaveri dei loro defunti, i cui corpi furono rinvenuti solo alcuni anni dopo ed addirittura i cui miseri resti ebbero sepoltura solo quasi mezzo secolo più tardi e perché queste famiglie decisero di trasferirsi vicinissimo, a solo un chilometro di distanza, da Galeria per fondare un altro borgo chiamato Santa Maria di Galeria Nuova? Anche qui (forse) la storia, legandola alle attuali nostre cognizioni sanitarie, ci può aiutare vediamo perché: A metà del Settecento gli abitanti iniziarono a morire in modo misterioso, oggi possiamo dire che sia stato a causa di una terribile epidemia di malaria la quale, all’epoca, aveva colpito la zona (ma ciò non ha impedito nei secoli seguenti di fantasticare circa una ragione soprannaturale per queste morti, e fra le leggende vi è quella che dice che in loco viva tuttora un fantasma di un antico abitante del luogo che ogni anno torna in sella al suo cavallo bianco per cantare e suonare per la donna amata). Tralasciando tutti i passaggi storici che comprendono anche le razzie visigote prima e saracene poi ed ancora tutte le nobili famiglie, contestualmente a dei papi (Adriano I Gregorio IV), che ne furono proprietarie ma non riuscirono a risollevarla dal suo declino: i Conti di Tuscolo, gli Orsini, i Sanseverino, arriviamo ai nostri giorni quando nel 2000 Galeria Antica entrò a a far parte della lista dei Monumenti Naturali dell’Unione Europea. Questo luogo ha sempre suscitato un grandissimo interesse non soltanto per le meraviglie naturalistiche che negli anni si sono impadronite dell’abitato, ma, torno a ripetere e non finirò mai di dirlo, anche per la storia misteriosa che aleggia su questo ambito abitativo a partire dalla sua fondazione. Ora l’antico borgo di Galeria Antica (accedendo da un arco) e come lo videro i viaggiatori stranieri del Percorso Italico di fine Ottocento, primi Novecento: Un intrigo fatto di un mix di cespugli, rovi, alte erbe che possono nascondere pericolose profonde buche, insieme a rovine (pericolose e crollanti anche loro) di varie epoche che vanno dall’antico romano (quelle antecedenti che pur ci sono ma che vanno cercate con il “lanternino” dagli archeologi assolutamente più bravi, provveduti e più indagatorii in assoluto), al medioevale fino al secolo dell’abbandono “dominate” da pochi resti di campanili del periodo pontificio. Insomma un luogo specialissimo che “parla ma non parla” che “dice ma non dice”, il tutto in una continua atmosfera che ha sempre del surreale e dell’incognito, incutendo nei rari visitatori un certo qual inspiegabile “disagio” difficilmente riscontrabile in altre aree e situazioni archeologiche magari anche molto più
complesse ed articolate ma sicuramente molto ma molto meno misteriose.

 

 

Author: Cris

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