di Cristian Arni
foto di Yasuko Kageyama, per gentile concessione dell’autrice, tutti i diritti sono riservati alla stessa.
Secondo appuntamento con Settembre in Musica al Teatro Costanzi di Roma; appuntamento che si ripeterà il Sabato 5 Settembre.

Roma 3 Settembre, Teatro Costanzi, prosegue l’appuntamento con la grande musica, il secondo di Settembre in musica; dopo il primo appuntamento con il repertorio barocco di Antonio Vivaldi, ieri sera l’Orchestra e il Coro del Teatro dell’Opera di Roma si sono cimentate con il repertorio dell’illustre genio compositivo di Giuseppe Verdi, diretti dal Maestro Paolo Arrivabeni.

Nella meravigliosa sala che accoglie il pubblico del Teatro dell’Opera, contingentata dalle misure di sicurezza secondo gli standard anticovid, il pubblico presente ha potuto apprezzare un programma pieno di emozioni, trascinato dall’inizio alla fine dalle note della Sinfonia da Nabucco, 1842; sempre da Nabucco, “Gli arredi festivi”; è stata poi la volta dell’Ouverture da Giovanna d’Arco,1845; “Si ridesti il Leon di Castiglia” da Ernani, 1844, con il Coro del Teatro disposto nei palchetti laterali; la serata è proseguita in un tripudio di gradimento con la ieraticità delle note dall’ Ouverture da Attila,1846 per passare alle plumbee e cupe atmosfere di “Patria oppressa!” da Macbeth, 1847, non sarà affatto un caso il titolo patria oppressa, quando sappiamo che tutta la grande musica di Giuseppe Verdi, non fanno affatto eccezione le sue grandi Opere, risentono del clima risorgimentale, che poi apre e conclude la serata con un bis richiesto a gran voce dal pubblico, il quale applaude e grida “Viva Verdi”, tra acclami di gioia, “Bravi”, è un altro coro, quello che proviene dalla platea e dai palchetti di ogni ordine.
Prima di chiudere con l’emozione pura del “Va Pensiero” da Nabucco, per l’appunto bissato ed eseguito mirabilmente nel religioso silenzio della sala, fino all’ultimo fiato percepito del coro, si è passati per l’ Ouverture da La battaglia di Legnano, 1849;“O Signore, dal tetto natìo” dall’Opera I Lombardi alla prima crociata (1843) per poi tornare, prima dell’apoteosi finale, sulle note, questa volta con le atmosfere meno cupe dei Ballabili sempre da Macbeth.
L?esecuzione musicale e la direzione orchestrale sono state esemplari, tra i movimenti maestosi e quelli impetuosi che Verdi alterna sapientemente orchestrati mirabilmente dal M° Arrivabeni regalando una performance di grande impatto emotivo in una serata che difficilmente il pubblico dimenticherà, di cui porterà viva nel cuore l’atmosfera festosa, pur nella sua sobrietà.
La celebrazione della grande musica non ha minimamente risentito delle restrizioni che mettono un po’ a tutti i lacci addosso, a scioglierli ci ha pensato la melodia verdiana sulle cui note ha fatto volare il pubblico.