a cura di Cristian Arni
Il primo di Dicembre non segna solo l’avvento ufficiale al Natale bensi è una data importante a livello mondiale per la lotta all’AIDS; istituita ormai da tempo, la prima giornata mondiale risale al 1988, il primo di Dicembre ci sono moltissime iniziative, più o meno istituzionale, per tentare di contrastare e arginare il fenomeno di quella che venne battezzata ai suoi esordi: “La peste del 2000”. Correvano gli anni ’80 e le prime notizie circa l’epidemia erano contraddittorie; si parlava di epidemia che colpiva principalmente e, a titolo totalmente ingiustificato ufficialmente, gli omosessuali, in quanto le prime vittime certificate e i primissimi casi di contagio, era stato diffuso dagli organi di stampa del tempo, appartenessero alle comunità gay degli Stati Uniti d’America. Non ultima una campagna di comunicazione errata e discriminatoria nei confronti, non solo dei gay ma di quanti contraevano il virus, l’allarme sulle modalità di contagio e le categorie di persone, cosiddette “a rischio”, erano confuse e si rincorrevano teorie, che oggi chiameremmo complottiste, di trasmissione. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) cercò immediatamente di fornire alla popolazione del pianeta le giuste indicazioni, precauzioni da adottare, le giuste misure per evitare il contagio, che presto venne chiarito, non riguardare esclusivamente e tassativamente gli omosessuali, specie di genere maschile. La notizia che diede in pasto all’opinione pubblica la “genesi” di quella apocalisse fu portata sotto i riflettori, alla ribalta delle cronache del tempo: l’attore hollywoodiano Rock Hudson apparve su tutti i rotocalchi e le notizie dei telegiornali diedero una versione della malattia, a dir poco “discriminatoria”, ovvio che in quel preciso momento storico se ne sapesse poco, ma i toni furono tali da allarmare una specifica categoria di persone e per far ciò serviva un “capro espiatorio” di spicco; l’attore Hudson, celebre per i suoi ruoli e anche per la sua vocazione di “tombeur de femme” sioccò letteralmente il mondo con la notizia della sua omosessualità rivelata abbondantemente in ritardo per non rovinare l’immagine virile. Lo Star System impose il silenzio a riguardo, un segreto svelato con un drammatico “comin out” ai limiti dello sciacallaggio mediatico. E la Sindrome da Immuno- deficenza acquisita prese una piega che scioccò tutti. Complice anche una certa omertà e condanna da parte della Chiesa, si legga inoltre contraddittorio sull’uso dei PRESERVATIVI, oggetto e termine banditi come peccaminosi, nei confronti dell’omosessualità, Chiesa che non accettò nè comprese fino in fondo che l’unico sistema valido di prevenzione alla diffusione della malattia, fosse, ed è tutt’ora l’uso del preservativo. Era una condanna dura, aspra e priva di senso; per la Chiesa di allora l’unico mezzo di prevenzione erano i rapporti eterosessuali consentiti all’epoca, il resto erano “devianze” dalle quali astenersi, così come ci si doveva astenere dalla promiscuità. Ecco, fatta questa doverosa quanto sommaria ricostruzione in merito alla Giornata Mondiale della Lotta all’AIDS, oggi nel 2019, a distanza di trentuno anni da allora, la situazione è leggermente mutata; complice una campagna di informazione che nel tempo si è modulata con la consapevolezza maggiore e complici la ricerca e la scoperta di farmaci che aiutano a offrire maggiori cure che offrono un’aspettativa di vita più lunga, di AIDS se ne sa “qualcosina” in più, ma ciò non basta a parlarne ancora, a fare informazione (specie nelle scuole, soprattutto oggi in cui c’è molta più libertà sessuale e di costumi), campagne mirate a mantenere alta l’attenzione sulla malattia che a seconda delle aree geografiche del pianeta e delle circostanze di vita assume aspetti differenti con dati che variano a seconda. E ancora, per fare un ultimo salto nella “storia” degli esordi della malattia, l’aspetto del contagio e dei potenziali comportamenti, così detti a rischio, assunse il volto di un’eterogeneità di casi e persone che potevano contrarre il Virus. Se Hudson scolpì nella mente dell’opinione pubblica dell’epoca, il volto di un “male” che colpiva solo gli omosessuali, Magic Johnson fu l’altra faccia della medaglia che aiutò ad acquisire maggiore conoscenza circa “l’epidemia”: anzitutto era sieropositivo e non malato terminale, come invece risultò Hudson, ma soprattutto aveva avuti rapporti eterosessuali promiscui. Questo aspetto conclamò ufficialmente che la malattia non era una condanna morale e fisica annunciata da buona parte della Chiesa nei confronti dell’omosessualità, ma che era una malattia che colpiva chi aveva contatti con persone infette, di ogni genere e categoria fossero. Ecco perchè una buona informazione, un’informazione corretta, un messaggio mediatico e scientifico sano sono importanti. Essi aiutano a non creare panico nè ignoranza, aiutano a prendere coscienza dei propri comportamenti e a saperli gestire aiutano a consapevolizzare che non si condanna a seconda di orientamenti religiosi, sessuali o sociali. L’omosessualità oggi è una realtà tangibile, che fa parte della nostra società, non ci sono più tanti tabù o fenomeni di condanna, benchè purtroppo esistano sempre delle persone che dimostrano una limitata capacità di comprensione ai limiti dell’umana concezione. L’omosessualità è più consapevolizzata anche se ancora molto c’è da fare per abbattere quei muri che la Società stessa alza nei confronti di atteggiamenti discriminatori, più legati a gruppi di persone e sistemi sociali conservativi ed obsoleti. Fare “coming out” ancora oggi non è semplice, ma è DOVEROSO per questo comprendere, specie in famiglia dove spesso le credenze e abitudini per convenzione vorrebbero una certa…canonicità delle relazioni extra famigliari. Ancora c’è molto da fare in seno all’omosessualità e alle diversità di genere e orientamento sessuale, ancora c’è molto da fare in seno all’HIV e ancora c’è molto da fare per ridurre la discriminazione sociale, ai minimi termini. Ecco, dopo questo che voleva essere solo un “discorso” introduttivo sull’iniziativa odierna alla quale vi invitiamo a partecipare, ci rendiamo invece conto di aver speso più parole in merito, venuti fuori spontaneamente e sentitamente.
In occasione del World AIDS Day 2019
AGEDO Roma
presenta
DITELO CON …
Il Coming Out in Famiglia
Calendario 2020 di Agedo Roma
e
presentazione del libro
QUANTA BELLEZZA
di
R.Baiocco e C.Terriaca
Domenica 1 Dicembre 2019
ore 17.00
Associazione Culturale Sinopie – Piazza Margana 39 (Piazza Venezia) – ROMA
Tenerezza, comprensione felicità. Nel linguaggio dei fiori la rosa vanta numerosi significati, tutti collegati ad un unico sentimento: l’Amore. Ecco perché la grande Famiglia dell’Associazione Agedo Roma – onlus di genitori, parenti ed amici di persone Lgbtq+ con sede nella Capitale – ha scelto la rosa per raccontare il delicato momento del coming out in famiglia.
“Ditelo con … Il Coming Out in Famiglia”, è il titolo del calendario di Agedo Roma per l’anno 2020 – nato nel 2017 da un’idea di Emilio Sturla Furnò e Marco Galli – che ripercorre, attraverso gli scatti di Alessandra Merelli, le tappe del coming out.
“Abbiamo scelto i tempi di svelamento” – spiega la presidente Paola Corneli – “perché volevamo raccontare la storia di tanti di noi. Dire ai genitori, ai fratelli, agli amici di essere omosessuale è un pensiero che si affaccia pian piano in un figlio o in una figlia. Madri e padri reagiscono in maniera sempre diversa. Il coming out ci consente di vedere i nostri figli e le nostre figlie con occhi nuovi e più sereni”.
Nei dodici scatti del Calendario genitori e figli ripropongono i momenti del coming out, espresso con il gesto di offerta di una rosa – ora gialla, ora blu, ora rossa – fino ad arrivare alla composizione finale di un bouquet di rose nei colori dell’arcobaleno.
La presentazione ufficiale del Calendario si tiene Domenica 1 Dicembre 2019 – in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids. L’incontro/dibattito ha inizio alle ore 17.00 presso gli spazi dell’Associazione Culturale Sinopie in Piazza Margana 39 a Roma, a due passi da Piazza Venezia.
Presenti all’incontro/dibattito: Paola Corneli (Presidente Agedo Roma), Fiorenzo Gimelli (Presidente Agedo Nazionale), Roberto Baiocco (Psicoterapeuta) e Paola Terriaca (Mamma Agedo).
Con l’occasione viene presentatoil libro“Quanta Bellezza” a cura di Roberto Baiocco – Professore Associato presso l’Università La Sapienza nel Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione – e Carlo Terriaca: il libro affronta il tema del coming out, attraverso le testimonianze di genitori di ragazze lesbiche e ragazzi gay.
Il Calendario 2020 di Agedo Roma è stato realizzato grazie al contributo di Interflora Italia – partner ufficiale – e di CSV (Centro Servizi per il Volontariato) che si occupa di valorizzare l’autonomia delle realtà associative di volontariato sul territorio laziale, offrendo servizi di promozione e orientamento, consulenza e assistenza, progettazione, formazione, comunicazione e informazione e sostiene la formazione di reti.
Il calendario si può ricevere attraverso offerta libera all’associazione Agedo Roma; parte del ricavato verrà devoluto all’associazione Anlaids Lazio.
Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione di tutti i soci e le socie dell’organizzazione di volontariato, impegnata in azioni di solidarietà contro il disagio causato dal rifiuto delle persone Lgbtq+ all’interno e fuori delle Famiglie.
Agedo interviene nelle situazioni d’emergenza sociale e si offre come interlocutore nella lotta contro le discriminazioni. La sede nazionale si trova a Torino, ma è presente con sedi autonome in molte città italiane.