DIARIO DELLA GRANDE PESTE E DI PICCOLE PESTI

 

a cura del Prof.Antonio Saccà

post del 22/03/2020

21/22 Marzo, 2020, gli Stati Uniti chiudono le frontiere con il Messico, hanno chiuso varie città, w York, Bar, Ristoranti, Teatri… timore di una diffusione…  In Africa i neri sono furibondi con gli stranieri perché ritengono che siano gli stranieri, cinesi, europei, americani a portare questa malattia, sarebbe apocalittica una sollevazione degli africani generalizzata; in Inghilterra il Governo assicura a coloro che non lavorano per causa del morbo l’80% della retribuzione per diversi mesi…La maggiore infestazione al Nord dipende anche dalla maggiore concentrazione di attività produttive e scambi? Dipende anche dal clima? Non dimenticare che la peste del XVII secolo fu al Nord, e credo anche quella del XIV secolo. Ma era di diversissima fonte.

Le strade a Roma sembrano un quadro di De Chirico, palazzi, statue e nessuna persona. File soltanto ai supermercati. Prezzi aumentati. Irreperibili le mascherine. Alcol, zero. Il Nord invoca misure ristrettissime, il modello cinese. Quasi notte del 21 il Presidente del Consiglio annuncia un decreto per ulteriori restrizioni, e prolungamenti, negozi non necessari, chiusi, parchi, chiusi, la scuola di certo resterà chiusa, con tetri, bar, cinema…Le misure restrittive fino ad oggi non sono servite.

Siamo in guerra? C’è differenza tra la “vecchia” guerra e quella odierna. Nella “vecchia”  guerra ero piccolissimo sentivo le sirene, lo scoppio dei cannoni che miravano gli aerei  che esplodevano infuocati  o scatenavano grappoli di bombe che si snocciolavano e deflagravano al suolo  sollevando rottami , di corsa a ripararci in vaste caverne scavare nella montagne o in sotterranei, mi giungeva il  tuono delle esplosioni , il tremar del suolo, il barcollare delle mura, mi stringevo accanto a mia madre, al sicuro, la sirena urlava di nuovo, uscivamo, e vedevamo le impronte della guerra, persino morti e disperate grida, case spezzate e fuochi al vento, talvolta la nostra casa, proprio la nostra, saccheggiata dall’urto delle esplosioni, cercavamo di rifare ordine, fino alla successiva comparsa di aerei nemici…la sirena strepitava … Nella guerra odierna il nemico terribile ma invisibile, ed è più tragico, perché stona con la città, la quale sembra serena, quieta, rassicurata, ed invece cova questo virus serpentino che uccide senza clamore, non ci sono aerei e non abbiamo cannoni, tutto si svolge in un silenzio funereo, un assassinio notturno con il pugnale nel  velluto, i giardini dormono in pace, i cani passeggiano soddisfatti del padrone ,la gente muore senza funerale…In guerra almeno i morti hanno un funerale…

E’ ormai evidente che la situazione presente durerà a lungo, le scuole saranno ancora chiuse e credo non vi sarà più frequenza, così i negozio, la stessa sorte, insomma la vita si dimezzerà. A questo punto, concesso che stanno compiendo ricerche animate per un rimedio, il vaccino, poiché esso bisognerà di tempo, il pressante obiettivo, per non far precipitare il nostro paese ma anche gli altri paesi in un marasma distruttivo, consiste nel dedicarsi allo stremo alla possibilità di riprendere la vita con severissime disposizioni razionali che possono evitare il contagio. Se è vero, come sembra, che il virus è grave per la sua contaminazione e per le conseguenze della contaminazione, bisogna creare dispositivi di tutela dalla contaminazione, la distanza che pare fondamentale, e delle maschere, non delle mascherine, delle maschere le quali abbiano la funzione di non consentire di aspirare il virus. Incredibile che non possa esserci questa possibilità, non ritengo che il gas sia meno sottile del virus, e le maschere antigas ci salvano, maschere, non mascherine, che permettono di respirare autonomamente con bombole di ossigeno incorporate, andando al ristorante o al teatro si tolgono lasciando la distanza di sicurezza. Per me è l’unica maniera per salvare l’economia e salvare le vite. Se aspettiamo il grado zero del contagio o il vaccino numero UNO, tre, quattro cinque mesi di fermata produttiva e di reclusione scassano il Mondo. Per me, bisogna convivere con questo virus, dotarci di strumenti protettivi come contro i gas, almeno fino a quando il virus e chi lo ha suscitato, natura o uomo, crepino infossati nelle fauci del Diavolo! Non inseguiamo il grado zero del contagio affidandoci alla reclusione!

Aggiunta. Superare il patto di stabilità significa ricevere denaro ma impiegare il nostro denaro, che non abbiamo, se non a debito. 

Author: Cris

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