di Cristian Arni
L’emergenza non è ancora finita, troppi ignorano le misure fornite dal Governo, intanto il picco di contagio non è ancora concluso; abbassare la guardia ora sarebbe molto rischioso.
Non sono ottime le notizie che giungono dagli Stati Uniti, dove il Virus sta colpendo duramente, in un sistema sanitario discriminante come quello americano .
Secondo l’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, il coronavirus viaggerebbe nell’aria anche con il semplice respiro.
Il virus SarsCov2 è stato trovato in campioni d’aria raccolti a oltre 1,8 metri distanza tra due pazienti, scrive l’Accademia Usa in una lettera al capo delle politiche scientifiche della Casa Bianca, inserendosi in un dibattito che va avanti da tempo.
Ma si apre un dibattito che rischia di mandare in tilt la corretta comunicazione, poichè la messa in discussione delle vie di contagio, lascerebbe spazio a dubbi e perplessità sul comportamento adottato fino ad ora da gran parte della popolazione italiana, ma non solo.
Se non bastano le “droplet“, goccioline di saliva emesse con colpi di tosse e sternuti, o il contagio mediante contatto, allora siamo fregati, bisogna correre più seriamente ai ripari con sistemi di sicurezza strettamente efficaci a proteggerci dall’aria che respiriamo, ammesso fossero realmente concreti gli esiti delle ricerche americane.
Se il coronavirus restasse, come sostengono i ricercatori americani, sospeso nelle particelle ultra sottili prodotte col respiro, la protezione diventerebbe più complessa ed obbligatoria per tutti!
Si rafforza la tesi che tutte le persone dovrebbero, quindi, indossare mascherine protettive e forse, meglio ancora, filtranti, ossia dotate di metodi di filtrazione dell’aria per impedire al micro agente patogeno di penetrare nelle vie respiratorie.
Purtroppo, invece, si vedono ancora in giro, persone che indistintamente girano senza alcuna forma di tutela, guanti inclusi.
Sottovalutando in questo modo, non solo le indicazioni finora fornite dal Governo, ma trascurando le misure “minime” di sicurezza individuale, come quella di rispettare la distanza minima di sicurezza ancora oggi di difficile osservanza, il rischio di contagio non cesserà, nè diminuirà la portata.
Nella lettera firmata da Harvey Fineberg
capo della commissione permanente sulle malattie infettive permanenti dell’Accademia delle Scienze americana, si fa riferimento ad uno studio dell’Università del Nebraska condotto dal gruppo di Joshua Santarpia in 11 stanze di isolamento nelle quali erano ricoverati pazienti con Covid-19 e nelle quali sono stati trovati campioni dell’Rna del virus a oltre 1,8 metri dai pazienti.
“Se i Paesi si precipitano ad annullare le restrizioni troppo velocemente, il coronavirus potrebbe riprendere e l’impatto economico potrebbe essere ancora più grave e prolungato“. E’ il monito del direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel consueto briefing sul Covid-19.
Il risultato dello studio non mette tutti d’accordo, seppure ci sono dati che dimostrano quanto sopra descritto; per questo il dibattito tra ISS, OMS e l’Università che ha pubblicato queste ricerche e la tesi che ne è venuta di conseguenza, i primi di Marzo sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine
“Non ci sono al momento evidenze che il nuovo coronavirus circoli nell’aria. Questa via era nota in determinati contesti, come quelli sanitari, ma al momento la letteratura scientifica indica che le principali vie diffusione del virus sono quelle per droplet e per contatto”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.
“Credo che il lieto fine arriverà quando avremo un vaccino. La mia speranza è che arrivi nel primo trimestre dell’anno prossimo” e “per darlo a tutti si percorrerà la strada della licenza su brevetto, come avviene per tutti i farmaci risolutivi“, lo ha affermato Ranieri Guerra, Direttore generale aggiunto OMS e componente del Comitato tecnico scientifico sull’emergenza coronavirus, in un’intervista pubblicata su Il Mattino e Il Messaggero.
La virologa Ilaria Capua,, che dirige l’One Health Center of Excellence all’Università della Florida.ha dichiarato che ” Il virus non va via con estate ma ne usciremo ci sono “zero possibilità” che il Coronavirus scompaia con l’estate, questo è un fenomeno di portata epocale. Siamo di fronte ad una emergenza sanitaria, ma non è un tunnel senza fine. Ne usciremo” anche se “saremo tutti diversi“.
Insomma,lontani ancora da una soluzione concreta, d’ urto per debellare il Covid-19, non ci resta che continuare ad osservare le accortezze che ci vengono fornite, specie in prospettiva di una ripresa delle attività quotidiane. Forse, l’unico modo possibile attualmente è imparare a convivere con questa cosa.