La Gallery foto e video realizzate qui pubblicata è a cura di chpressoffice che ne detiene i diritti.
Disclaimer
E’ vietata la riproduzione, parziale e/o totale delle foto e dei video e loro riproduzione su qualsiasi supporto o mezzo cartaceo e/o digitale
“Sergio Leone ha reso leggendario il racconto filmico della storia di miti come il West o l’America. Dopo oltre mezzo secolo, lui stesso è diventato mito: si chiama infatti “C’era una volta Sergio Leone”, parafrasando i titoli dei suoi celebri film” come riportato sul sito ufficiale del Museo dell’Ara Pacis.
a cura di Cristian Arni
Siamo a 30 anni dalla scomparsa e a 90 dalla nascita del noto cineasta e per l’occasione è stata pensata una mostra dal titolo evocativo per celebrare il mito indiscusso di Sergio Leone: C’era una volta Sergio Leone”. Una locuzione che si rifà ad alcuni titoli famosi internazionalmente, una eco epica e mitica del suo tempo, come della sua opera magna. E’ stata un’ opening affollatissima quella che si è svolta il 15 Dicembre a Roma presso il Museo dell’Ara Pacis; tanti invitati accorsi per ammirare la splendida mostra “C’era una volta Sergio Leone”; una gallery fotografica con immagini del regista che ripercorre la sua vita, dalla nascita ai grandi successi cinematografici. Tante immagini, fotografie, clip video, oggetti di scena, i costumi dei film più noti. Un percorso che parte dagli albori del Cinema, il padre di Leone, Roberto Roberti, era infatti un regista quando ancora il cinema non conosceva il sonoro, autore di pellicole storiche quali “Fra’ Diavolo”, lavorando spesso con la diva del cosi detto “cinema muto”,Francesca Bertini. Il percorso della mostra si apre dalla scalinata di Viale Glorioso, che da Viale Trastevere conduce a Monteverde, dove il cineasta viveva, alla sala dedicata interamente al capolavoro per cui spese dodici anni di duro lavoro, “C’era una volta in Amercia”, passando dagli esordi come assistente regista con il lungo apprendistato, fino ai primi grandi successi cinematografici come regista di opere famose in tutto il mondo, con titoli epocali del genere “spaghetti western”: “Per un pugno di dollari”, “Giù la testa”, “Il buono, il brutto e il cattivo”, tanto per citarne alcuni. Tanti gli attori diretti da Leone: Clint Eastwood, Gian Maria Volontè, Robert De Niro, James Wood, Claudia Cardinale, Elizabeth McGovern, Lee Van Kleef, Ely Wallach, ma sono veramente tanti, troppi da elencare tutti. Patron di un genere cinematografico epico, tutto suo, che ha portato alla celebrità, un’allora semi sconosciuto Clint Eastwood, insomma, approda a Roma la mostra che celebra uno dei registi italiani più conosciuti a livello internazionale. E come non ricordare il grande sodalizio con un altro “divo” mondiale, che ha creato splendide colonne sonore, non solo con il Maestro del cinema, Ennio Morricone, celebri le sue musiche composte sul bellissimo pianoforte Petrof esposto nei 300 mq della splendida personale dedicata a Leone. La mostra è curata in ogni singolo aspetto, suddivisa cronologicamente con particolare attenzione ai momenti salienti della vita e della carriera di Sergio Leone. Tantissimi gli invitati, tra i presenti anche l’ex segretario di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti.
Concepita e realizzata dalla Cinémathèque Française e dalla Cineteca di Bologna, che dopo il debutto un anno fa a Parigi (dove ha ottenuto un grande successo), riporta gli universi cinematografici e privati del cineasta nella sua città, al Museo dell’Ara Pacis, dal 17 dicembre al 3 maggio. 300 mq di mostra all’interno della quale è possibile emozionarsi e osservare da vicino: oggetti personali, cimeli, copioni di sceneggiature originali, il pianoforte della Petrof del Maestro e ideatore delle colonne sonore più famose, nonchè amico del cineasta, Ennio Morricone. E poi: la scrivania, i libri del regista romano, il mitico poncho indossato da Clint Eastwood nei western all’italiana fino all’opera incompiuta, “Leningrad”.
Siamo certi vivrete un’esperienza unica, totale ed “immersiva”, un’esperienza che permette allo spettatore di vivere un’emozionante percorso tra intimità e vita pubblica di Leone, che raggiunge il suo climax nelle sale dedicate ad alcuni suoi capolavori quali, “Once upon in America”.
Seguendo queste tracce, la mostra C’era una volta Sergio Leone sarà quindi suddivisa in diverse sezioni: Cittadino del cinema, Le fonti dell’immaginario, Laboratorio Leone, C’era una volta in America, Leningrado e oltre, dedicata all’ultimo progetto incompiuto, L’eredità Leone. Sarà inoltre pubblicato dalle Edizioni Cineteca di Bologna il volume La rivoluzione Sergio Leone, a cura di Christopher Frayling e Gian Luca Farinelli.
La figlia di Sergio Leone, Raffaella Leone ( AD della Leone Film Group), a proposito di questa mostra dichiara: “Sono molto emozionata perché questa mostra che ho già visto a Parigi è straordinaria. Si racconta mio padre, l’uomo, il regista. E’ come un tuffo nel passato. Ho apprezzato il far vedere da dove è partita la sua opera e dove è arrivata, facendo capire cosa ha lasciato nel tempo. Mi ha emozionato anche ritrovare quell’ironia che gli apparteneva. Poi non c’era posto più bello e significativo per riportare a Roma un romano. So che per lui sarebbe stato molto importante di questa mostra, ne sarebbe stato soddisfatto“.
E noi ringraziamo la famiglia Leone per aver aperto a tutti i suoi archivi raccolti in questa personale che celebra il genio e l’inesauribile fonte creativa di uno dei più significativi maestri del cinema mondiale.