di Cristian Arni
Morire a 14 anni per amore; decapitata dal padre per l’onta e la vergogna, in Iran esiste ancora il delitto «d’onore». Le ONG non riecono ad avere un osservatorio preciso della situazione e mancano strumenti adeguati per combattere il fenomeno del femminicidio e la violenza di genere e domestica.
Il film di Pietro Germi “Divorzio all’italiana” raccontava un’Italia ormai lontana, arcaica, praticamente “medievale” nel suo mal costume e si, anche un “po'” troppo primordiale, se si pensa come era trattato il genere femminile.
Alcuni argomenti erano proibiti, chissà perchè , ma forse il motivo o, i motivi, li conosciamo bene. Divorzio, delitto d’onore, spesso le due cose non erano scollegate, ma badiamo bene, anche l’incesto non scherzava, insomma un terreno fertile per far accrescere negli animi: risentimenti e vendette, comportamenti ambigui e atti criminosi e criminali.
La pellicola di Germi non solo ebbe il pregio di vincere un premio importante come l’Oscar alla miglior sceneggiatura originale, su tre nomination, ma anche la presentazione al Festival di Cannes gli valse il titolo di miglior commedia.
Ma come: divorzio, delitto d’onore…come possibile farne una commedia? Pietro Germi era abile sceneggiatore oltre che attore e regista di larghe vedute, tali da scorgere all’orizzonte i tagli della censura, se non ancora prima tutti gli ostacoli burocratici del caso, in un periodo in cui l’Italia non era certo quella di oggi.
Diede al film un tono quasi surreale, comico,ma il leit motiv di fondo era tutt’altro che comico, benchè la realtà fosse si, surreale! E così per arginare e rimuovere quegli ostacoli di cui sopra, seppe trattare la “materia” dell’argomento con abili intuizioni.
La trama è ambientata in Sicilia, per descrivere bene l’humus culturale di una terra quasi mitica e lontana, geograficamente (non si conosceva ancora la velocità di viaggiare in poche ore) e folkloristicamente, dai toni vagamente esotici e si..anche un po’.medio orentaleggianti; la trama, dicevamo, vede un ulteriore intreccio dell’eroe, interpretato da un mirabile Marcello Mastroianni, che si muove dall’adulterio all’incesto, seppure si tratta di un incesto “attenuato” dal grado di parentela inferiore rispetto a quello che siamo abituati pensare.
Insomma, per non star qui a raccontare tutto il film, Fefè, il personaggio giocato da Mastroianni è innamorato della cugina carnale, ma non può divorziare, all’epoca in Italia non era prevista come pratica; pensa bene,dunque, di appellarsi al delitto d’onore, come: per giustificare l’unico modo di liberarsi di una moglie innamoratissima, ma per la quale non prova più alcuna pulsione attrattiva o affettiva, deve procurarsi un pretesto: ecco dunque l’escamotage di trovare un amante alla coniuge, farla cadere in trappola, coglierla sul flagranza di reato, poco importa consenziente o meno, basta l’evidenza dei fatti e la parola maschile e il gioco è bello è fatto: farsi giustizia da sè liberandosi, uccidendo i fedifraghi e volare via con l’amata cugina.
Diciamo che sommariamente il plot è questo, ma descrive bene un contesto culturale, sociale e i suoi costumi arcaici. Attenzione, questa arcaicità non è poi così remota perchè l’abrogazione del delitto d’onore risale al 1981, esattamente il 5 Agosto 1981 la L.442 aboliva il precedente codice penale in cui si ricorreva al delitto d’onore.
Vi sembra assurdo? Andiamo un momento a guardare da vicino: il dettato originario della norma diceva:
- Codice Penale, art. 587
Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.
Insomma, roba veramente da non credere, eppure…eppure ci sono zone del pianeta dove ancora esiste il delitto di onore, perpetrato in misure anche ben peggiori, come avvenuto il 21 Maggio in Medio Oriente, in una zona rurale dell’Iran dove un padre ha decapitato la propria figlia 14enne nel sonno, per essere fuggita con il proprio innamorato.
Un PADRE! Decapita la propria FIGLIA!! Per una fuga d’amore, nel 2020 !!! Ma non è: ORRIBILE?! Non è assurdo che esista l’attenuante dell’onore? Non è assurdo che sul pianeta terra, ad oggi esistano ancora “giustificazioni” che permettono di togliere la vita al proprio affine, coniuge o figli e poter restare “impuniti” con pene inadeguate rispetto al reato commesso e poi usufruire di sconti di pena?!
Già, purtroppo è proprio così, ancora oggi ci sono luoghi sulla terra dove questo è possibile; guarda caso sono proprio quei paesi dove ancora la donna è assoggettata all’impronta maschile, al potere del volere maschile o meglio maschilista, il quale ha la meglio sul gentil sesso.
In Italia quell’articolo del C.P., fortunatamente venne abrogato, seppure ad oggi ha lasciato dietro di sè un retaggio e una mentalità gretta, violenta che ha portato alla folta schiera di delitti più o meno passionali, non sono un mistero la violenza sulle donne, il “femminicidio”.
Ma Romina Ashreafi, è stata decapitata dal genitore, il padre, reo confesso, il quale rischia solo una pena lieve, e non era italiana bensi iraniana.
In Iran il femminicidio è ancora un fatto abbastanza inquietante perchè la Legge “difende” certi atti come questo ultimo, la religione musulmana ha responsabilità solo nei modi in cui viene concepita e applicata da certe teste, nel senso proprio di mentalità; non ci si può celare dietro un “credo” per affermare la propria potestà che comunque non si deve ne si può affermare in qualunque caso!
La questione sta aprendo un dibattito, ormai i mezzi di comunicazione permettono di mettersi in contatto e conoscersi, conoscere le realtà che esistono intorno e cercare di “svecchiare” modernizzare ma ancor più UMANIZZARE ciò che umano non è!
Le reazioni delle autorità e del Presidente premono verso l’auspicio di norme e leggi che tutelino finalmente le vittime di violenze domestiche, con inasprimento delle pene; l’ex vicepresidente con delega alle Donne e alla Famiglia, Shahindokht Molaverdi, attualmente responsabile della Società per la Protezione dei diritti delle donne in Iran ha commentato: “Romina non è la prima né sarà l’ultima delle vittime di delitti d’onore”, almeno “finché nella legge e nella cultura dominante non ci saranno deterrenti sufficienti”; il presidente iraniano Hassan Rouhani, durante una riunione di governo, si è detto profondamente dispiaciuto per la vicenda. Sempre il Presidente iraniano ha auspicato l’approvazione di una norma contro la violenza domestica
Ricordiamo come in certe culture, appunto quella locale, le ragazze possono sposarsi dai 13 anni in poi e come in vicende analoghe a questa di Romina, la maggior parte delle volte la colpa cade sulle spalle delle donne, che si tratti di una fuga consenziente o meno la colpa è delle donne.
Mentre Romina ha persa la vita ill padre rischia una pena lieve, da 3 a un massimo di 10 anni di galera, con possibili, ulteriori, sconti di pena.
Nonostante non ci siano statistiche ufficiali, secondo le Ong come Human Rights Watch i “delitti d’onore” come quello di Romina vengono ancora perpetrati nelle zone rurali e nelle comunità tribali iraniane.
Voi cosa ne pensate?