DIARIO DELLA RISORGENZA INVISIBILE E DELLA BUROPOLITICA VISIBILE
di ANTONIO SACCA
La gravità della nostra situazione non è dovuta all'economia, né alla burocrazia, è dovuta alla politica, in questo senso specifico: vi è un partito il quale non è a favore dell'impresa, a favore dell'industria ma vagheggia una economia verde, l'ambientalismo, la digitalizzazione, il che sarebbe apprezzabile non fosse che paralizza l'industrializzazione, l'impresa, senza costituire efficiente alternativa rassicurante. Ecco la vera tragedia all'italiana, e dico tragedia dell'Italia perché siamo immobili, non abbiamo una visione compatta, non animiamo attivismo in un Paese, l'Italia, che lasciato di esprimere le sue forze originarie, o popolari e individuali, è imprenditorialissimo, l'ingegnosità italiana è strepitosa, dalla cucina alla moda, e quando ha libertà di azione, ripeto, se è pareggiata mai è inferiore. In quale campo soccombiamo come inventiva e buon gusto? Ieri vedevo il neo nato Ponte di Genova, che piacere, che meraviglia! Fare, e fare bene. E sappiamo fare bene, purché lascino fare. La situazione del “fare” tanto discussa, va infine risolta. Ed è questione politica, non economica, né burocratica. Inutile rigirare, non vi sarà risorgenza economica se non vi è un chiarimento politico. Deve prevalere o prevale la parte anti imprenditoriale, antindustriale, verde, digitale, assistenziale (anche se digitalità ed ambientalismo non sono esclusivi di una parte) oppure deve prevalere o prevale l'altra parte, quella operaia e imprenditoriale? Non si può vivere in un sistema imprenditoriale chiamiamolo capitalistico e stabilire regole che distruggono l'iniziativa o rendono complicata, ostacolata l'imprenditorialità. Non vi è una sola decisione rapida, tutto discusso, ridiscusso, incerto, rinviato. Oltre il passato, ormai è netto: le regole odierne in difesa dal Virus distruggono i pullman, distruggono i bar, distruggono i ristoranti, distruggono gli alberghi, i treni, gli aerei, il turismo, gli stabilimenti balneari, distruggono i cinema, distruggono i teatri, le sale da ballo, distruggono i negozi, frenano la domanda, quindi i consumi, quindi cagionano licenziamenti, se non ci sono consumi l'imprenditore ha bisogno di minor personale, ed i licenziati finiscono nella “trovata” dei nemici dell'impresa, la Cassa Integrazione Eterna o redditi a chi non lavora, come se fornire denaro a chi non lavora non finisse con il dover attingere a chi lavora (patrimoniale) o a chi ha lavorato (pensionati). Non solo. Ma il timore del futuro fa risparmiare sul presente, la gente spende meno, e nasconde il denaro, se lo ha. Con ulteriore decadimento dei consumi ed ulteriori licenziamenti. Questo circuito senza scampo, ormai è visibilissimo, noi potremmo avere anche il soccorso europeo, ma con queste regole e con questa mentalità antimprenditoriale, indeterminata, ansiosa del Virus non solleveremo il capo. Se in tempi normali la contrapposizione negli orientamenti di un Governo ostacola il governare, in tempi di crisi radicale come il presente le contrapposizioni distruggono. Per schematizzare, occorre decidere tra i due orientamenti o l’orientamento antimprenditoriale, antindustriale o l'orientamento impreditoriale (che però non è in tutte le componenti filo industriali del Governo ugualmente forte), se prevale quest'ultimo bisogna mettere l'impresa in condizione di operare, inutile avere un'impresa quando le regole antivirali, per definirle, specie il distanziamento sociale, impediscono all'impresa di fare impresa. L'ho detto: con queste regole nessuna impresa regge. Quindi noi assommiamo attualmente: la paralisi di partiti in conflitto, i fautori dell'impresa (non tutti allo stesso grado. comunque) contro i negatori dell'impresa; in sovraccarico abbiamo regole che in ogni caso danneggiano l'impresa. Una tenaglia da cui non usciamo. Occorre una decisione, presto. Il coraggio della decisione anche al costo di nuove elezioni. Il Paese è doppiamente paralizzato, la gente non può vivere di sussidi, finiremo con il prendere da stipendi, pensioni, risparmi; i consumi crollano o perché non si ha o perché si pensa al futuro, le regole paralizzano. Che aspettiamo, il crollo? Se aggiungiamo il requiem del ritorno del Virus, invece di scatenare l'iniziativa scateneremo. Mi freno. Coraggio, le forze che vogliono l'imprenditorialità si accordino su di un punto: emarginare gli antimprenditoriali. Poi lottino tra di loro. È chiaro?!