di Cristian Arni

Il primo giro spaziale di Bezos innesca polemiche che dai Social si spostano sul piano politico…
Si è conclusa la passeggiatina di Jeff Bezos ed il suo equipaggio: dieci minuti in assenza di gravità, giusto il tempo di fluttuare senza peso specifico per pochi minuti e poi subito a terra.
Si è aperta la stagione per il turismo spaziale, o almeno così si dicono. Nel giorno che fu dell’Apollo 11 alla conquista della Luna, Bezos ha voluto così eguagliare, e superare, l’impresa del suo “rivale”, l’imprenditore britannico, tycoon del gruppo Virgin, Richard Branson.
Branson è stato il primissimo “turista” spaziale; l’11 Luglio a bordo di una navicella progettata e realizzata dalla Virgin Galactic, il gruppo pilotato dal CEO che di Virgin ha fatto un impero, è andato in orbita per circa un’ora, all’altezza di 86 km circa.

E’ stata poi la volta (celeste) di Bezos che si è spinto con la sua Blue Origin oltre la linea di Karman, confine tra atmosfera e spazio; in realtà la capsula New Shepard sarebbe dovuta essere lanciata prima della Virgin Galactic, ma Branson ha anticipato di qualche giorno, il giretto spaziale, anticipando il suo “rivale”.
Sia chiara una cosa: non siamo a Paperopoli anche se i “nostri” due supermiliardari ricordano tanto Paperon De’ Paperoni ed il suo rivale in affari, Rockerduck.


La conquista allo spazio da parte di privati e quindi iniziata; giocando sul filo del rasoio parte la nuova “era” dei viaggi spaziali; lo chiamano turismo spaziale anche se i costi dei biglietti non saranno certo uno scherzo ed in questa fase pionieristica, quasi sicuramente saranno accessibili a pochi fortunati e ricchi.
Questo approccio di esplorazione spaziale però non piace a tutti; in molti vedono una forma spudorata di affermazione del potere economico, in mano come sempre a pochi, non sono mancate, infatti, polemiche qua e là, che sui Social hanno scatenato la solita zuffa a suon di commenti al vetriolo.
C’è però, anche chi si è esaltato all’idea di fare una “crocierina” spaziale, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo, condizionato dalla pandemia, credendo di porre la giusta distanza da eventuali contagi, una distanza di sicurezza spaziale.
Insomma, tra invidiosi e simpatizzanti, il viaggetto di Bezos, in fondo se lo sarebbe guadagnato e pagato di tasca sua, sembrerebbe, anche se non è propriamente così; intanto però, c’è chi tira fuori le ragioni legate alla salvaguardia ambientale, agli effetti sul clima, all’ecologia, oltre ad uno sperpero di risorse economiche che, secondo i detrattori, si potrebbero investire in maniera più utile alla popolazione umana e alla salute del nostro pianeta.
In fondo però è pur vero che con i propri soldi ognuno è libero di fare ciò che più desidera, sempre nei limiti del possibile e nel rispetto degli altri, ma è evidente che questo pionierismo spaziale urta non poco la sensibilità di chi lo considera appannaggio di pochi.
Gente come Bezis e Branson non sono certo stati a guardar le stelle, ed hanno costruito imperi da miliardi indovinando il momento ed il canale giusto per far soldi, grazie ai tanti che si servono dei servizi e dei prodotti commercializzati da questi due Paperoni.
Quindi alla fin fine è anche, e soprattutto grazie a quanti comprano, acquistano prodotti e servizi su Amazon oppure consumano prodotti del marchio VirginIl patron di Amazon, c’è poco da invidiare se non fosse che…
…la Blue Origin, la compagnia che ha progettato e costruito la navicella che ha trasportato Bezos e i suoi al confine con lo spazio, ha ricevuto finanziamenti già nel 2009 da parte della NASA, ben 3,7 milioni di dollari nell’ambito del programma commerciale (CCDev) e altri 22 milioni di dollari nella seconda parte del programma!
Wow! Spiccioli piovuti nelle tasche della società di Bezos con sede a Kent, Washington, direttamente dall’agenzia governativa statunitense che probabilmente o deve aver fiutato l’affare oppure, in una sorta di mutuo soccorso, hanno finanziato questa nuova Era legata ai viaggi spaziali.
Tutto ciò ha scatenato le reazioni dal rappresentante democratico dello Stato dell’Oregon, Earl Blumenauer il quale avrebbe avuto da ridire riguardo alla missione di Bezos, affermando «Lo spazio non è una vacanza tax- free per i ricchi…» tramite Twitter avrebbe proseguito dicendo: «Paghiamo le tasse per i biglietti aerei, i miliardari che viaggiano nello spazio dovrebbero fare altrettanto, e anche qualcosina di più».
Insomma, per i democratici statunitensi, il fondatore di Amazon dovrebbe essere tassato per compiere i suoi giretti spaziali, innescando ulteriori polemiche attorno alla voglia di Bezos di andare in orbita, quindi la polemica si è spostata anche su un piano politico, perchè tutto questo rischierebbe di compromettere il nostro ambiente, con danni per il clima e la salute del pianeta.
Per questo la sigla SPACE diventa acronimo di: “Securing Protections Against Carbon Emissions“, risvegliando le coscienze ecologiste dei Verdi che a questo punto stanno sul piede di “guerra” contro i “verdoni” dei miliardari.