Al Teatro Vascello, torna in scena “L’Indecenza e la forma”, un testo di Giuseppe Manfridi

a cura di Cristian Arni

E’ con piacere che vi comunichiamo il ritorno di uno spettacolo, scritto dal drammaturgo e scrittore Giuseppe Manfridi che per l’occasione vede trasposto in scena: “L’indecenza e la forma- Pasolini nella stanza della tortura” con la regia di Marco Carniti che dirige Francesca Benedetti. In scena ci saranno: Dario Guidi e anche l’autore, accompagnati dalle musiche di David Barittoni. Lo spettacolo viene riproposto nell’anniversario della morte di Pasolini  Lo spettacolo debuttò al Teatro Argentina nel 2017 con un memorabile esito, torna quest’anno per una data unica, il 2 Novembre al Teatro Vascello a Monteverde alle ore 21.oo, posto unico 5€ un prezzo veramente popolare per un testo di cui vi presentiamo qui la sinossi.

LOCANDINA BENEDETTI

L’Indecenza e la forma è uno spettacolo che va oltre, è “una discesa a capofitto nella spirale dei gironi pasoliniani usando le sillabe per generare un corpo fonetico che si faccia tutt’uno con la narrazione. Il corpo di una laica deità capace di accogliere in sé le tante voci necessarie a esprimere il furore scandaloso e cartesiano di una profezia con la quale il nostro tempo e il nostro Paese ancora convivono, inadeguati (…) Geometrica e lucida è la lezione del poeta che con atto pragmatico redige referti della propria epoca imponendo ai suoi contemporanei una chiara visione del futuro”- riflette Giuseppe Manfridi, in quanto in Pasolini la forma e l’indecenza si fondono e “parlano il poeta bambino e il poeta adulto, il padre delittuoso e la madre onnivora, il fratello caro agli Dei e Saturno divoratore dei propri figli, la plebe e gli amanti”.

Nel profluvio dei versi che compongono il copione, nei lacci delle rime e delle assonanze, nel rap dissennato che attraversa facce, gole, miti, censi e nervature, l’osceno ambisce a purificarsi, mostrandosi ansioso di una spietatezza che lo giustifichi. Parla il poeta bambino e parla il poeta adulto, parla il padre delittuoso e la madre onnivora, parla il fratello caro agli Dei e Saturno divoratore dei propri figli, parla la plebe e parlano gli amanti. E il loro parlare si traduce in lotta, la lotta in dramma, e il dramma tende alla sua catarsi, che infine arriva. È il compimento di un’esistenza che, per paradosso, ha saputo domare il proprio fato accettando un’assoluta sottomissione ad esso.

Author: Cris