3 Dicembre: Giornata Internazionale delle persone con disabilità

di redazione

 

La differenza c’è ma non si vede, non bisogna ignorarla ma accoglierla nell’agglomerato sociale.

 

 

 

Era il 1992 quando l’ONU indisse la Giornata Internazionale della disabilità, per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della diversità e dell’inclusione sociale delle persone diversamente abili, tentando così di limare il muro della  discriminazione sociale.

Siamo nel 2020, molto è stato fatto ma le barriere mentali, e architettoniche, da abbattere sono ancora molte sul fronte delle pari opportunità e della dignità sociale.

E’ nella diversità la ricchezza umana, siamo tutti diversi, a nostro modo unici, ma ancora troppo spesso, purtroppo, la discriminazione sociale verso i disabili coinvolge molte sfere della vita quotidiana.

Talvolta, la consuetudine di comportamenti e mentalità stringe sui disabili (siano essi affetti da disabilità fisiche o mentali), ascrivendoli ad una categoria di persone ancora molto penalizzata sotto molti punti di vista: dalla vivibilità delle città ad una qualità di vita il più delle volte compromessa, dai servizi socio- economiche alle opportunità professionali e via dicendo.

Sono tanti e diversi i gradi della diversità: la diversità nella diversità, da problemi fisici congeniti a condizioni post- traumatiche, dalle problematiche legate a patologie organiche e condizioni di salute cliniche a quelle che coinvolgono la sfera della psiche con problematiche di natura psicologica insomma: sono veramente tante le forme della disabilità.

Naturalmente alle contingenze pratiche nella vita di un disabile ci sono, parallelamente, tante questioni legate agli aspetti culturali della società. Resta ancora molto difficile, per esempio, accettare una persona che non appare e non è come la società vuole si rappresenti la cosiddetta consuetudine di una presunta normalità,  l’accettazione dell’altro, del resto, è già cosa difficile tra persone diciamo, normodotate.

Questo genera nelle persone con handicap, ulteriori handicap.

Non è raro imbattersi in scene poi di ordinaria inciviltà, ad esempio un parcheggio destinato ai disabili, occupato, oppure la scortesia nei confronti di disabili che magari non potrebbero stare molto in piedi, costretti a fare la fila, alle casse dei supermercati, o anche negli uffici postali, tra l’indifferenza dilagante, perchè diciamolo: non tutti possono permettersi il lusso di qualcuno che badi a loro, talvolta si tratta anche di persone sole.

E se questi sopra sarebbero l’ABC del codice della civiltà, di quel vivere comune in un senso civico che dovrebbe distinguere una società evoluta da una di tipo primordiale, non meno evidenti sono gli episodi incresciosi ai danni di persone con disabilità, talvolta maltrattate, bullizzate.

Proprio in occasione di questa giornata il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, nel suo messaggio ha richiamato l’attenzione proprio sui temi dell’inclusione, del rispetto e della dignità e diritti dei disabili alla partecipazione di tutte le aree della vita pubblica, sociale ed economica.

Dopo decenni di duro lavoro delle Nazioni Unite si è giunti a stabilire la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD) adottata nel 2006, un passo ulteriore verso le dignità delle persone con disabilità, i loro diritti e bisogni che rientrano nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, Agenda in cui sono stati segnati, nel 2012, 169 punti da raggiungere per quella data. 

Author: Cris

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