Ma cosa si festeggia in questo giorno e, perchè; lo sanno proprio tutti o è solo un meme?
a cura di Cris Hars
Bando ai personalismi, sottolineo solo che chi sta scrivendo nasceva in questo giorno, molti lo sanno ma ai più è ignaro!
Ciò detto, se ciò sembra non avere molto a che spartire con questa data considerata Festa Nazionale, in fondo un legame, un nesso ci sono e lo scopriremo a breve.
Come molti sapranno il 2 Giugno coincide con il referendum politici a suffragio universale, era il 1946, c’è bisogno di fare un ripasso di Storia? Direi di evitare per non offendere la cultura del lettore.
L’Italia usciva, male, dal II conflitto mondiale e da un ventennio ancora più deleterio. Era ora di voltare pagina di storia, il paese era a un bivio: Monarchia o Repubblica?
La vera notizia era però un’altra: alle politiche finalmente le donne potevano esprimere il proprio pensiero in tal senso. Ebbene si, l’età del mio genitore per dire che, 72 anni fa l’Italia dava permesso a tutti indistintamente dal sesso, purchè in età elettorale, di votare.
Una votazione non da poco, visto la posta in gioco. Ma un altro dato salta agli occhi: l’elevato numero di analfabeti tra gli aventi diritto di voto, donne incluse.
Con il Nord Repubblichino ed il Sud Monarchico, l’Italia era come al solito divisa nettamente in due. L’esito lo conoscono tutti, altrimenti non staremmo qui a parlarne, il 2 Giugno 1946 nasceva la Repubblica Italiana.
E oggi, tra divisi e divisioni interni, tra chi critica di fascismo questa data e chi invece si dice democraticamente italiano, l’Italia ancora una volta non ha pace; come sempre le divisioni interne sono molte e frastagliate come tutto nel Bel Paese.
C’è chi vede nella parata militare, un dispiego inutile di forze, economiche e dell’ordine per la vana gloria di una rappresentazione si Stato; c’è invece chi ammirato resta con il naso all’insù per il passaggio delle Frecce Tricolore, diciamocelo, le vere protagoniste che uniscono forse veramente tutti, e c’è ancora chi vorrebbe festeggiare senza veder sfilare divise, insomma di tutto di più.
Con il 54% contro il 45% la Repubblica aveva la meglio su la Monarchia, non è tantissimo, la differenza è di soli 9 punti percentuali. A votare furono 13 milioni di donne aventi diritto, contro i 12 milioni di uomini in età elettorale; questo risulta un altro dato importante di questa giornata di festa; il dato femminile predominante e il fatto che fu la prima volta possibile alle signore esprimersi politicamente, è il dato sul quale dovremmo soffermarci.
Ciò significa che dei 28.005.449 aventi diritto di voto l’89.08% espresse così il suo parere: 12.717.923 furono per la Repubblica mentre, 10.719.284 per la Monarchia. Per un tiro di “schioppo” il Re depose la corona lasciando il paese.
Dicevamo sopra dell’analfabetismo e dello scarto minimo tra le due parti del referendum; se consideriamo il milione e 498 136 di voti nulli, sicuramente avremmo altri risultati. Quei voti nulli in qualche modo hanno inciso sull’esito finale, ma resta un dato: la grande presenza di elettrici.
Ecco, le donne che votarono per la prima volta, erano in numero maggiore e sicuramente questo ha inciso sul risultato, non sta in questa sede giudicare positivamente o negativamente il voto.
Noi ricordiamo in questa sede solo che il 2 Giugno 1946 la Storia italiana cambierà per sempre pagina per pochi voti di differenza.
Di lì a poco la monarchia, rappresentata da Umberto II, sarebbe partita a la volta del Portogallo lanciando polemiche su possibili brogli elettorali. De Gasperi, allora Presidente del Consiglio, risponderà a tono alla lettera di Umberto e proclamerà il futuro Democratico della neonata Repubblica italiana.
In soldoni questo è quello che si celebra il 2 Giugno.
Ma il dato di cui bisogna tener maggiormente conto, oggi più che mai, sono quelle 13 milioni di elettrici che faranno la differenza rispetto alle precedenti condizioni in cui la donna era trattata; il 2 Giugno segna la data che avvia le donne quali protagoniste della vita sociale del Paese.
Chiosa: dicevamo in apertura della celebrazione senza troppi personalismi: mio nonno, combattente della Seconda Guerra Mondiale, già detenuto dalle SS poi riuscito a fuggire con l’ausilio di suoi commilitoni, issò per primo il tricolore in Piazza San Marco a Venezia combattendo nelle prime file della resistenza per cacciare le truppe naziste e liberare così la città lagunare.
Sarà per questo motivo che insistette tanto al fine di farmi nascere a pochi minuti dalla mezzanotte tra il 2 e il 3 Giugno, ecco spiegato il legame tra il 2 Giugno 1946, mio nonno e me.